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ROSSINI OVERTURES

Critica Spettacoli
Luogo
Teatro Vascello
Via G. Carini
Roma (RM)
Quando
Dal 23/03/2017 al 26/03/2017
Compagnia
SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET
Genere
Moderno/Contemporaneo
Monica Ratti



Rossini Ouvertures è un divertisment ora ironico, ora inquietante a tratti didascalico sul sentire della vita di Gioacchino Rossini.

Quale anticipazione delle celebrazioni Rossiniane , in quanto nel 2018 saranno 150 anni dalla morte di Gioachino, il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e al Presidente Emerito Giorgio Napolitano, oltre ad altri insigni esponenti del mondo culturale italiano hanno istituito un Comitato Nazionale per dare corpo e voce alle attività legate ai festeggiamenti e “Rossini Ouvertures”, ideato dal coreografo Mauro Astolfi per la Spellbound Contemporary Ballet, si inserisce nel ricco calendario delle attività artistiche tese a onorare la vita e l’attività artistica del geniale compositore.
Lo spettacolo è stato infatti co-prodotto dalla Città di Pesaro, insieme al Teatro Rossini in collaborazione con AMAT.

La lettura di Augusto Benemeglio sulla vita di Rossini, su quella “ Follia Organizzata”, è stata la fonte di ispirazione di Astolfi per prendere spunto e raccontare una figura complessa, contorta al limite del bipolarismo, come quella del noto compositore.
Paura della morte, disagi fisici e psichici di ogni tipo, ma anche la grande passionalità per tutto ciò che è sensoriale, la cucina , il sesso il godimento di ogni tipo quasi a esorcizzare la malattia.
Era un uomo estremo sia nella vita che nella musica.
La sua musica è incalzante, energica, come ha scritto Alessandro Baricco: la musica di Rossini è una vera e propria “Follia Organizzata”. Intensità, caos puro, smarrimento, fuga schizoide….ma scappando ha creato qualcosa che non avrebbe mai più potuto essere ripetuto dopo di lui.”

Quella di Rossini è un’architettura musicale alla quale fin da giovanissimo ha saputo dare nuovi impulsi. Una forza dionisiaca ha animato gran parte delle sue opere giocando su più livelli armonici.
Il pubblico è sempre stato il suo primo pensiero, la sua musica doveva raggiungere le grandi masse, doveva arrivare al popolo, travolgerlo come la Natura ti travolge con i suoi mutamenti inaspettati.

Così ha fatto Mauro Astolfi, ci ha travolti con una danza energica, ha seguito i ritmi ossessivi e incalzanti della musica, ci ha trasmesso i tormenti, gli incubi, i sogni e le passioni di Gioachino Rossini. La scenografia espressa con un grande Armadio pieno di sportelli, posizionato quale fondale da cui entrano ed escono i danzatori in un susseguirsi di suggestioni, pare voglia rappresentare appunto quella “Follia Organizzata“. Tutto è assurdo in questo uscire ed entrare di umanità che porta con se il suo bagaglio di sesso, cibo, amore, odio, pulsazioni di vita, ma nel momento in cui tutti rientrano, in una nicchia o scaffale dell’armadio, l’ordine compare predominante, quasi a sottolineare l’ipocrisia che accompagna la vita di tutti.

Per la prima volta Mauro Astolfi non è uguale a se stesso.
Ogni coreografo è riconoscibile per la sua cifra coreografica: Astolfi è per eccellenza l’autore italiano più astratto che io conosca. Non ama raccontare, predilige il lavoro sul movimento, lascia che il corpo trasporti lo spettatore in un racconto che può essere interpretato diversamente da ogni singolo spettatore. I suoi intrecci, la sua gestualità veloce, la strepitosa tecnica dei suoi danzatori sono in ogni caso la sua firma inequivocabile. Non ama le strutture coreografiche corali, anche lui come Rossini è contorto, veloce, energico, infatti credo che non vi fosse coreografo più adatto ad interpretare il grande musicista. In questo lavoro però Mauro Astolfi ha scoperto e ci ha fatto scoprire un nuovo Mauro: narrativo, corale, divertente, ironico. Strepitosi come sempre i danzatori, tra loro permettetemi di citare Maria Cossu che ritengo una delle migliori danzatrici di caratura internazionale che nonostante le innumerevoli proposte all’Estero ha deciso di non abbandonare la nostra compagnia italiana. Maria ha linee lunghe, un aspetto androgino, tecnica formidabile, perfetta per la gestualità di Mauro Astolfi e credo che più di ogni altra sia stata la sua musa ispiratrice.
“Rossini Ouvertures” è uno di quegli spettacoli che non annoiano, che piacciono al pubblico, dove la danza è danza, ma oltre al vorticoso dinamismo di essa , che indubbiamente permea il pubblico in una bulimica adrenalinica visione danzante, non mancano i momenti introspettivi dove il vortice cessa per lasciare spazio ai tormenti, ai ricordi, alle riflessioni di un Rossini contorto, minato da una macchia nera che si insinua nei suoi sogni, strisciando dentro il letto, per sparire e ricomparire quale tormento ossessivo che accompagna la sua vita..
Gioachino Rossini amava creare le sue opere per appagare il pubblico, credo che avrebbe amato particolarmente il lavoro che Mauro Astolfi ha realizzato celebrandolo in Danza.in questo spettacolo tutto è curato nel dettaglio, dalla scenografia pensata dallo stesso Astolfi, alle 
splendide luci di Marco Policastro, ai costumi molto efficaci di Verdiana Angelucci. Un lavoro tutto italiano, che ancora una volta verrà portato nel mondo, in quanto Spellbound Contemporary BalIet è una delle poche compagnie italiane a vantare un Direttore Generale di grande caratura quale Valentina Marini, infatti è tra le Compagnie Italiane maggiormente invitate all’estero.

Foto di Cristiano Castaldi



coreografia e regia Mauro Astolfi
danzatori Fabio Cavallo Alice Colombo Maria Cossu Giovanni La Rocca Mario Laterza Giuliana Mele Caterina Politi Giacomo Todeschi Serena Zaccagnini
musiche ‪Gioachino Rossini ‬
disegno luci Marco Policastro
set concept Mauro Astolfi Marco Policastro
realizzazione scene Filippo Mancini/CHIEDISCENA Scenografia
costumi Verdiana Angelucci
assistente coreografa Alessandra Chirulli
ufficio stampa Antonino Pirillo
coreografia e regia Mauro Astolfi
Direzione Generale Valentina Marini

 

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