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Il Natale in Danza riparte da Luciano Cannito - The Lost Nutcracker al Cox Center di Tulsa/Oklahoma

Primo Piano
Quando
01/01/2021
Genere
Primo Piano
Mai come oggi il concetto di società liquida proposto da Bauman, ma, ancor più, il termine “modernità liquida” che indica la labilità di qualsiasi costruzione in questa nostra epoca, è così pertinente ai tempi che stiamo vivendo. La modernità, infatti, viene ad essere la convinzione “che il cambiamento sia l’unica cosa permanente e l’incertezza sia l’unica certezza”. Il mondo, ai tempi del Covid, ci ha sottoposti a ripensare il nostro modo di vivere, condividere, rapportarci, lavorare, studiare. Ma non tutti hanno potuto reinventarsi. Necessariamente alcuni lavori sono stati fermati; tra questi il mondo dello spettacolo dal vivo è tra i settori più penalizzati ma, come sostiene Albert Einstein: “La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni” Ebbene credo che Luciano Cannito sia uno straordinario esempio di come dare seguito all’incipit di Albert Einstein. Luciano Cannito, coreografo, regista, maestro di danza. Uno dei pochi artisti riconosciuti nel mondo della danza che si spende a difesa della categoria, vanta lavori rappresentati al Metropolitan di New York, alla Scala di Milano, al San Carlo di Napoli, nei teatri nazionali di Hong Kong, Nizza ,Tallinn, Toronto, all’Opera di Firenze, al Teatro Massimo di Palermo. Ha preso parte al programma “Amici” di Maria De Filippi, entrando così nelle case di moltissimi italiani, conquistando la loro stima e simpatia. È uno dei coreografi più amati e seguiti in Italia. I suoi spettacoli registrano sempre il tutto esaurito. Direttore Artistico di un meraviglioso centro delle arti a Roma, l’Art Village Accademia, e di una delle pochissime compagnie italiane con repertorio classico e neoclassico: il Roma City Ballet.

Quando l’amico di una vita, Marcello Angelini, che da 30 anni dirige il Tulsa Ballet in Oklahoma, una delle 10 migliori compagnie di balletto in USA, con il quale Luciano Cannito collabora già da diversi anni realizzando produzioni di successo, gli ha proposto la sfida del nuovo millennio, realizzare una coreografia da remoto da mettere in scena in occasione del Natale, le sue perplessità non sono state poche. Ansia ed incertezza gli hanno fatto pensare di non accettare ma chi conosce Cannito sa che le sfide sono per lui “alimento creativo “. La sfida è stata accettata e giovedì 17 dicembre al Cox Center di Tulsa è andato in scena The lost nutcracker - Lo Schiaccianoci Perduto - in replica sino al 21 dicembre. Il Cox Center è una sala che può ospitare sino a 5200 persone che, in questa circostanza, ha accolto un massimo di 400 spettatori al giorno, rigorosamente distanziati. Non esiste un Natale senza “Lo Schiaccianoci” e, soprattutto negli Stati Uniti non è pensabile che un Teatro nella programmazione della danza natalizia non lo abbia in cartellone. Da questa peculiarità nasce l’idea ed il titolo di Luciano Cannito per la produzione 2020 del Tulsa Ballet. Noi di Danzasì, giovedì 3 dicembre, abbiamo assistito alle prove. Di certo non potevamo perderci l’opportunità di vedere con i nostri occhi la realizzazione di una progettualità così avveniristica. In uno dei favolosi spazi dell’Art Village è stato allestito un mega schermo che viene acceso circa 30 minuti prima delle prove che, solitamente, si svolgono dalle 18,30 alle 21 ora italiana: 11,30 in Oklahoma. Dopo un’attenta verifica della connessione e il saluto dei ballerini, Luciano stesso ci confida la sua ansia prima dell’inizio di ogni prova.

Molte le problematiche a cui ha dovuto far fronte: lavorare a specchio e la musica che arriva non perfettamente sincronizzata rispetto alle immagini. Per questo ultimo inconveniente, la soluzione è stata di mostrare i passi utilizzando l’audio da Tulsa, in modo che i danzatori potessero vederli sincronizzati. I protocolli Covid prevedono che i ballerini possano lavorare sino ad un massimo di otto, per questo sono stati pensati 3 moduli chiamati pods. Ciascun pod lavora con 8 elementi, in modo che, se qualcuno dovesse contrarre il virus, solo quel pod sarebbe messo in quarantena permettendo agli altri di continuare a lavorare.
Tutti i pods imparano tutto, in modo da poter far fronte a qualsiasi imprevisto. Sul megaschermo possiamo seguire il lavoro di questa straordinaria compagnia. Ventiquattro giovani e giovanissimi danzatori, tutti rigorosamente con mascherina, tecnicamente perfetti. Sono super veloci nell’apprendere le sequenze di passi che il coreografo, coadiuvato dalla sua assistente, mostra loro.

Restiamo piacevolmente stupiti dalla rapidità con cui imparano, ma non dobbiamo dimenticare che Cannito segue la compagnia da molti anni e la maggior parte della compagnia ha lavorato con il Maestro per diverse produzioni, acquisendo e affinando le dinamiche, le sfumature, le intenzioni. Un lavoro estremamente originale, divertente: un Pop Dance Ballet che non può non coinvolgerti e travolgerti. The lost nutcracker è la divertente storia di due ragazze che, nell’attesa del Natale, si contendono un giocattolo: il famoso Principe Schiaccianoci e, come nelle favole, questo assume sembianze umane, scomparendo però molto rapidamente. Le due ragazze non si danno per vinte e iniziano un’ affannosa ricerca del principe perduto. Le fanciulle, come Alice nel paese delle meraviglie, in un onirico viaggio surreale, si ritrovano in stanze, luoghi e balletti accompagnate, inizialmente, dalle musiche del Lago dei Cigni, per poi essere travolte dalle melodie del balletto della Bella Addormentata per ritrovarsi alla fine in un party anni 60 con la musica di Feliz Navidad di Josè Feliciano, dopo aver superato la battaglia dei topi del lo Schiaccianoci.

Come nei pods ideati per lavorare, anche le nostre protagoniste e il Principe, passano da una situazione all’altra come teletrasportati, con cambio repentino di atmosfere e suggestioni: ora poetiche ora ironiche, in un vortice di colori e movimenti. La tecnica neoclassica e classica trova guizzi che riportano al jazz dei momenti televisivi che negli anni 80/90 in Italia hanno travolto una generazione intera.
Anche qui lo spettatore inconsciamente viene trainato da un’ energia vitale generata da sequenze coreografiche veloci, tecnicamente complesse, eseguite con elegante maestria. Nonostante il viso coperto dalla mascherina si percepisce nettamente quanto gli stessi danzatori si stiano divertendo e vogliano coinvolgerti nel ritmo incalzante del balletto. Luciano Cannito soffre per non poter ritoccare, correggere, plasmare, ma si avverte chiaramente quanto i danzatori siano in sintonia con il loro coreografo e avvertano con immediatezza i suoi “desiderata”. Cannito, da sempre, ha come obiettivo primario arrivare al cuore e alla mente dello spettatore. Detesta il pensiero che il pubblico possa annoiarsi, allontanandosi dalla danza. Grazie alle nuove tecnologie anche noi in Italia alle 2 di notte del 18 dicembre (le 19 del 17 dicembre a Tulsa) abbiamo potuto assistere alla prima di quello che già si presagiva essere un successo annunciato.

Non vi è lavoro di Luciano Cannito che non sia stato accolto dal pubblico con entusiasmo e The Lost Nutracker, una favola surreale come i tempi che stiamo vivendo, è stato accolto dal pubblico americano con una standing ovation.

Un omaggio alla rinascita, alla speranza. Venti minuti di bella danza: una sfida che, come tutte le favole, ha un lieto fine.
Monica Ratti