Login   |   Registrati
Indietro

Il Balletto triadico di Oskar Schlemmer

In Libreria
Quando
08/11/2022
Genere
In Libreria
 “...Questo saggio [...] vuole essere un omaggio ad Achille Perilli, mio professore di Spazio scenico e di Visual design presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma alla fine degli anni Settanta. Fu in occasione dei suoi laboratori teorico-pratici che sentii parlare per la prima volta, e insistentemente, di Schlemmer...
 (Francesca Falcone)

Lo scorso aprile è uscito il nuovo volume di Francesca Falcone, edito da Dino Audino, dal titolo “Il Balletto triadico di Oskar Schlemmer. L’attività teatrale e coreica di uno degli artisti più poliedrici del Bauhaus”.
Il libro è un’attenta e documentata ricerca sul Triadisches Ballet e il suo autore. L’autrice porta a compimento questo suo lavoro celebrando i cento anni dalla prima messa in scena, avvenuta il 30 settembre del 1922. La scelta “ludica” di attribuire un colore ad ogni capitolo, tre colori primari e tre no, trasporta ed accompagna il lettore nella scoperta di un balletto che, a pieno titolo, rappresenta le teorie che Oskar Schlemmer elaborò perlopiù durante le sue sperimentazioni alla direzione del laboratorio teatrale del Bauhaus a Weimar, diretto da Walter Gropius, sotto l’influenza dei suoi colleghi tra cui Paul Klee, Kandinskij, Feininger, Muche e altri.
L’autrice tratta la figura di Oskar Schlemmer soprattutto nell’ambito della storia dell’arte e del teatro, utilizzando una forma retorica
sistematica e fluente attraverso la metafora del percorso. Sei capitoli, ognuno dei quali rappresenta un percorso di studio su un
argomento specifico. Sei percorsi contrassegnati da un colore scelto tra quelli utilizzati da Schlemmer per i suoi balletti e da un interrogativo che ci introduce nello specifico dell’argomento.

Ripercorrere a colori la storia del Balletto triadico: il giallo, il bianco, il nero
Percorso giallo: chi? È il titolo del primo capitolo in cui il colore giallo fa da sfondo al profilo biografico e artistico di Schlemmer. Associato all’interrogativo «quando?» e al colore bianco è, invece, il secondo capitolo: un inquadramento generale della storia di quegli anni che incornicia il fenomeno della scuola del Bauhaus all’interno della Repubblica di Weimar. Percorso nero: dove? Nel terzo capitolo, l’autrice rintraccia i diversi contesti urbani ma anche gli “spazi mentali” in cui hanno “abitato”, come scrive lei stessa, le utopie degli artisti del Bauhaus.

Il rosa, il rosso, il blu
Si colorano di rosa, di rosso e di blu i restanti capitoli quarto, quinto e sesto. Altri tre interessanti e stimolanti percorsi associati rispettivamente agli interrogativi: Perché? Cosa? Come? Qui l’autrice si sofferma sulle motivazioni che hanno portato la scuola del Bauhaus, creata per esplorare soprattutto problematiche teoriche riguardanti l’architettura, a conferire un ruolo così importante al teatro. Sugli obiettivi dell’artista alla ricerca dell’essenzialità, dell’astrazione, della linearità e della chiarezza della forma, accostandone le sperimentazioni a quelle di Laban.
In conclusione fa un’approfondita analisi coreografica del Balletto triadico attraverso il film in tre sezioni, basato sulle danze di Schömbs e Georg Verden e musica di Oskar Schlemmer, con soggetto e coreografia di Margarete Hasting, Franz Erich Ferstl. La postfazione del volume è a cura di Francesco Fiorentino, professore ordinario di Letteratura tedesca all’Università Roma Tre, esperto di letteratura e teatro tedesco del Novecento su questioni riguardanti gli studi culturali e la teoria letteraria, in particolare il rapporto tra geografia e letteratura, e tra teatro e media.

L’importanza del volume
Nei suoi “Percorsi” Francesca Falcone sfiora numerosi altri ambiti, probabili percorsi di un successivo approfondimento: l’arte tedesca e il regime politico in Germania nel periodo tra le due guerre, eventuali connessioni tra Schlemmer e Laban, l’ascendente del Balletto Triadico sul Teatro del secondo Novecento, eventuali rapporti di Schlemmer con i compositori del suo periodo, il senso comunicativo del corpo come forma architettonica, la questione della conservazione delle opere ballettistiche. Una minuziosa indagine sull’opera di Schlemmer che si sviluppa lungo il filo di un discorso “critico” nel senso più positivo del termine anche per il lettore. Il “rischio” di sconfinare in altri ambiti e tematiche, che l’autrice continuamente corre, finisce per rendere l’opera ancora più interessante, catturando
anche l’interesse del lettore più estraneo al balletto. Il Balletto Triadico di Oskar Schlemmer di Francesca Falcone è un potenziale testo d’adozione per i corsi di Storia della danza e di Storia dell’arte in ambito accademico, un lavoro orientato ad avvicinare, da un lato, gli artisti visivi alla danza, dall’altro, i ballerini all’arte visiva, alla pittura e all’architettura. Si presta inoltre a soddisfare la curiosità degli addetti ai lavori e non che conoscono ancora poco di questa importante pagina della storia della danza e dell’arte.
Per il 21 di questo mese è prevista una presentazione on line nell’ambito dell’iniziativa Entrechat di AIRDanza.

Francesca Falcone
Ha insegnato Teoria della danza presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Tra i suoi lavori si segnalano le curatele: Il punto di vista della mela. Storie, politiche e pratiche della Contact Improvisation (con E. Bigé, A. Godfroy e A. Sini, 2021); Vera Maletic, Rudolf Laban. Corpo, spazio, espressione (2011) e, per Dino Audino editore, Jean Newlove e John Dalby, Laban per tutti (2018); Irma Duncan, La tecnica di Isadora Duncan (con P. Veroli, 2017); Cynthia Novack, Contact improvisation. Storia e tecnica di una danza contemporanea (con P. Veroli, 2018). È inoltre autrice di Tecniche di danza contemporanea (2020). Dal 2017 al 2021 è stata presidente dell’Associazione Italiana per la Ricerca sulla Danza (AIRDanza).
 
Fabiola Pasqualitto