La danza è il motore che dopo il lockdown ha fatto ripartire il 2 agosto, al Teatro di Verdura, la programmazione del Teatro Massimo di Palermo e contemporaneamente ha celebrato il battesimo al pubblico del nuovo direttore del Corpo di ballo, Davide Bombana che ha proposto uno spettacolo dal titolo emblematico Ripar – Tänze.
Tänze in tedesco significa danze. Un gioco di parole che coniuga l’esigenza di una ripartenza e la danza, quale sfida per trasformare le limitazioni in uno spunto per nuove idee.
Nella prima parte della serata una sfilata di passi a due del repertorio classico/contemporaneo, a firma Davide Bombana, Kenneth MacMillan, Mauro Bigonzetti e Heinz Spoerli, affidati ai ballerini del Corpo di Ballo del Teatro Massimo, Alessandro Cascioli ed Emilio Barone e ai primi ballerini del Teatro alla Scala Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, Martina Arduino e Marco Agostino, due coppie anche nella vita quindi non soggette alle limitazioni del distanziamento.
Nella seconda parte della serata Ripar-Tänze, la nuova creazione di Bombana per il Teatro Massimo, un lavoro pensato tenendo conto delle limitazioni legate al distanziamento sociale, il cui sottotitolo è infatti “Grossa Fuga ai tempi del Covid19“ e sará Grosse Fughe op 133 di Beethoven ad ispirare ed accompagnare il lavoro di Bombana.
“Durante il lockdown guardavo in rete i danzatori che si esercitavano nelle loro case, segregati come animali in gabbia. Questa immagine mi ha riportato alla mente i versi de “La Pantera” di Rainer Maria Rilke. Ho così immaginato l’inizio della mia creazione: un piccolo gruppo di creature solitarie che si risvegliano come da un letargo, accomunate e rese simili dalla necessità di creare un rapporto tra loro, senza però riuscirvi; un’inquietudine che porta gli interpreti a una danza furiosa di solitudine”.
I versi de La Pantera di Rainer Maria Rilke sono stati affidati all’interpretazione di Marco Pierin, danzatore di caratura internazionale, oggi maître de ballet che ha affiancato Bombana durante tutta la produzione.
Il successo di pubblico e critica ottenuto da Bombana, è di buon auspicio per tutto il lavoro che attenderà il direttore e tutto il corpo di ballo.
Qual è la situazione del corpo di ballo oggi a Palermo?
La maggior parte dell’organico è formata da aventi diritto, ovvero da coloro che, avendo preso parte ad audizioni, sono stati inseriti in una graduatoria, alla quale io devo attenermi.
La situazione che vorrei sviluppare è di dare una continuità di lavoro che permetta ai danzatori di non avere troppi stacchi tra un progetto e l’altro. Per fare questo devo sapermi destreggiare con il budget a mia disposizione.
Cercare di dare una continuità è l’obiettivo primario. Nella quotidianità la compagnia potrà sviluppare quelle dinamiche di sintonia, affiatamento e preparazione, necessarie ad un clima di complicità e stimoli per raggiungere obiettivi ambiziosi, che, ovviamente, durante la mia direzione vorrei realizzare.
Come ha organizzato il lavoro ai tempi del COVID?
Oggi anche l’allenamento dei danzatori deve avvenire secondo normativa. Per quanto concerne la nostra realtà, non più di 10 danzatori per volta. La giornata lavorativa prevede 5 lezioni e un’ultima parte dedicata alle prove. Questo è stato il modus operandi che ho dovuto adottare per gli spazi a nostra disposizione al Teatro Massimo. Tra le sanificazioni, le lezioni e le prove, il lavoro si è sviluppato tra le 10 e le 20.
Sono riuscito ad ottenere una sala in più che ho fatto allestire per le lezioni, in condivisione con gli orchestrali. Una piccola cosa che di questi tempi fa la differenza. Tutto il lavoro è stato pensato e creato tenendo necessariamente conto delle circostanze.
Nel mondo della danza ci chiediamo spesso per quanto tempo resterà in vita il corpo di ballo a Palermo. Lei cosa pensa?
Non sono io che posso dare risposta a questa domanda. Ma posso dichiarare senza ombra di dubbio che se oggi la danza a Palermo sopravvive, questo lo si deve all’amore a alla passione che il Sovrintendente Francesco Giambrone impiega nel voler tutelare questa disciplina, destreggiandosi con il budget e i mezzi che il Teatro mette a disposizione.
A me il delicato compito di programmare produzioni di qualità e possibile realizzazione, per portare avanti il progetto comune di crescita del corpo di ballo. Sfida sicuramente non semplice.
Parliamo di questa sfida.
Prima di tutto ho accettato l’incarico perché garantito dalla figura di Giambrone. Siamo entrambi motivati da un entusiasmo e da una aspettativa di crescita.
Le capacità e la passione dei danzatori mi lasciano ben sperare.
Non era scontato che il progetto, estremamente ambizioso, fosse accolto con fiducia e a braccia aperte: invece il miracolo è avvenuto e siamo tutti qui, compresi i danzatori, che si sono resi disponibili ad affrontare la scena con una inconsueta modalità mostrando un’enorme professionalità.
Per questa nuova produzione, tutti hanno imparato tutto. La drammaturgia a cui mi sono ispirato, è assolutamente in attinenza con il periodo che stiamo vivendo. L’animale in cattività, l’energia delle membra, il desiderio di correre, questo stato di “reclusione”, mi ha fatto riflettere sulla costrizione dei ballerini durante il Covid.
In questa produzione nessuno si tocca, ma la percezione e il desiderio dell’altro è forte. È esattamente l’esternazione e la messa in scena di ciò che l’umanità sta vivendo. Ora più che mai è il momento di lottare uniti per il nostro settore. Per ottenere 500 dobbiamo rischiare 1000.
La mia posizione di oggi è come tenere in piedi una postazione con un manipolo di valorosi guerrieri, mentre intorno è in atto una cruenta battaglia.
I prossimi appuntamenti
Il 27 e il 29 novembre e il 22 e 23 dicembre andrà in scena al Teatro Massimo il mio Romeo e Giulietta di Prokofiev. La mia versione di Romeo e Giulietta è ispirata alla storia vera di due giovani ragazzi Bosko ed Admira, uccisi su un ponte da un cecchino, durante la guerra dei Balcani a Sarajevo, mentre tentavano la fuga dalla città alla ricerca di un futuro migliore. I corpi dei due innamorati furono lasciati per diversi giorni sul ponte senza che nessuno se ne curasse. Il Balletto nel 2015 ha vinto il premio Danza&Danza quale miglior produzione.
Dal 15 al 18 dicembre invece, andrà in scena una serata mista Chamber Dances con il balletto Chamber Symphony di Lucinda Childs su musiche di John Adams, il pas de deux maschile su musiche di Arvo Pärt Cantus a mia firma e sempre su musiche Arvo Pärt, seguirà After the rain di Christopher Weehldom con interpreti due ospiti d’eccezione quali Alessandra Ferri e Federico Bonelli. Chiuderà la serata il mio ultimo lavoro presentato per l’appunto il 2 agosto al Teatro di Verdura Grossa Fuga ai tempi del Covid19 su musiche di Beethoven. L’orchestra del Teatro Massimo di Palermo sarà diretta da Justin Brown.
Monica Ratti