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Daniele Cipriani: una vita tra le Stelle

L'intervista
Quando
09/01/2023
Genere
L'intervista
 
C'era una volta un ragazzino originario di Ariccia (piccolo paesino della provincia di Roma), figlio di un operaio e di una casalinga, che sognava di diventare un giorno un uomo importante. All'età di 12 anni la sua forte passione per l'arte coreutica lo spinse a trasferirsi nella capitale per iniziare i suoi studi all'Accademia Nazionale di Danza. Sette anni duri e intensi, ma fondamentali per capire che quello che avrebbe voluto fare realmente nella vita non era il danzatore, bensì l'organizzatore di eventi e spettacoli dedicati alla danza. Ancora molto giovane riuscì fin da subito a dimostrare le sue spiccate doti organizzative e manageriali, raggiungendo livelli molto alti e superando inaspettatamente chi da molto tempo prima si occupava della stessa professione.
Un percorso lungo, meraviglioso, talvolta tortuoso, contrassegnato da numerosi ostacoli ma anche da preziosi incontri, gli stessi che gli hanno permesso di arrivare sempre più in alto fino a volare tra le stelle più brillanti della danza mondiale, tanto da essere considerato oggi tra gli impresari di danza e balletto più validi ed apprezzati nel panorama internazionale, nonché il Sergei Diagilev italiano dei nostri giorni: Daniele Cipriani.
 
Come ti avvicini per la prima volta alla danza, quali sono i ricordi più significativi del tuo percorso di  formazione all'Accademia Nazionale di Danza di Roma e quando precisamente hai realizzato che nella vita non avresti voluto fare il danzatore ma l'organizzatore di eventi e spettacoli dedicati alla danza?
La Danza? Da danzatore a organizzatore? Non è stato un passaggio: l’organizzazione era dentro di me fin dai primi corsi all’Accademia Nazionale di danza. Una vera e propria vocazione! Ho sempre saputo che era questo che  avrei voluto fare da grande. Il mio studio della danza, che ho portato avanti fino all’8° corso, era infatti finalizzato a questo. Ricordo che da ragazzino andavo in Accademia e al liceo coreutico con la mia agenda e il cellulare. Durante le lezioni delle materie teoriche rispondevo alle telefonate per dare informazioni su corsi o stage che organizzavo in quel momento. Devo ammettere di non essere stato uno studente modello: un giorno affissi nei locali dell’Accademia delle locandine riguardanti un evento che stavo organizzando (dedicato alla tecnica Vaganova con due ballerini del Teatro Mariinsky, Fethon Miozzi e Irina Badayeva, oggi maestri all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo) e la cosa mi costò un giorno di sospensione; quella lettera di sospensione, datata 29 novembre 1997, è appesa ancora oggi con orgoglio nel mio ufficio! Poi, nel 2003, un contributo della Regione Lazio per l’imprenditoria giovanile mi permise di aprire la sede di Daniele Cipriani Entertainment con il mio primo ufficio nel Rione Monti a Roma e di avere finalmente i miei primi veri dipendenti. Daniele Cipriani Entertainment è andata crescendo, anno dopo anno, sviluppando diversi rami al suo interno: produzione, distribuzione, direzione e consulenza artistica. Tra questi, è la direzione artistica e l’ideazione di un evento che maggiormente mi interessa a livello personale. Ma negli ultimi anni anche le produzioni televisive come il programma per Rai 2 "Stravinsky’s Love" e mostre d’arte. È sempre uno sforzo continuo ed anche una perenne lotta con i soldi, ma, come canta Vasco Rossi: siamo ancora qua…!
 
Raccontaci la tua prima esperienza in assoluto come organizzatore.
Non avevo idea di come sarebbe andata la mia vita quando ero un ragazzino che cresceva in una famiglia semplice, quarto di quattro figli, mio padre operaio e mia madre casalinga. Ricordo che ho iniziato a organizzare il mio primo stage all’età di 15 anni. La cameretta di casa era il mio “ufficio”, mia sorella Francesca mi faceva da assistente (oggi anche lei è un’affermata organizzatrice che si occupa di management artistico e casting per i bambini nel mondo del teatro, del cinema e della televisione). Negli anni a seguire, sempre dalla stessa postazione, organizzavo corsi e stage, inizialmente della compagnia di Michele Pogliani, qualche anno dopo di Susanne Linke.
Mandavo numerosi fax e telefonavo in continuazione a direttori di teatri e festival per proporre i miei spettacoli. Il più delle volte si facevano negare al telefono ma io insistevo e non gli davo tregua. Oggi sono loro a chiamare me per avere dei suggerimenti! Avevo la necessità anche di costruirmi una base economica per permettermi di fare il mio lavoro; le mie prime organizzazioni furono dedicate a corsi, stage, conferenze anche presso università come "La Sapienza" e "Roma Tre". In un certo momento cavalcai il filone della danza televisiva inventandomi un corso che chiamai Tv Dance, con il coinvolgimento di docenti e coreografi di quel periodo ma anche di illustri personaggi della storia della danza televisiva come Vittoria Ottolenghi, Franco Miseria ecc. Questa operazione mi fece guadagnare i primi soldini che  investii in quella che oggi è la casa dei miei genitori. E poi tante altre esperienze. Negli anni mi sono sempre più specializzato come curatore e ideatore di spettacoli e gala di danza, lanciando un nuovo modo di proporre i gala. Il mio primo gala, in omaggio a Petrarca in occasione del VII centenario, risale a 18 anni fa ad Abano Danza: danzavano Roberto Bolle, Viviana Durante, Giuseppe Picone, Alen Bottaini, la compagnia Aterballetto, ecc. Da allora ho presentato i miei spettacoli nei più prestigiosi festival e teatri italiani: Festival dei due mondi di Spoleto, Ravenna Festival, Teatro la Fenice di Venezia, Auditorium Parco della Musica di Roma, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Petruzzelli di Bari, Ravello Festival, Como Città della Musica, Torre del Lago, Positano, Teatro Antico di Taormina, Vittoriale di Gardone Riviera e tanti altri. Per me poter realizzare uno spettacolo è la necessità di realizzare una passione, di potermi esprimere tramite il mio lavoro e soprattutto trasmettere al mio pubblico dei messaggi.
 
Quali sono stati gli incontri più significativi della tua vita professionale?
Sono stati tanti gli incontri e ognuno di loro è stato fondamentale. Da piccolino, dall'età di 17 anni, fu sicuramente importante stare vicino al prof. Alberto Testa. Ma anche gli incontri con Carolyn Carlson e Susanne Linke, che avevo invitato a Roma per insegnare al corso di coreografia che organizzavo in quegli anni, furono significativi per la mia carriera. Susanne fu la prima a credere in me e a darmi fiducia affidandomi i suoi spettacoli; il primo spettacolo internazionale che portai in Italia quando avevo 21 anni, fu proprio di Susanne. La Linke mi presentò Carla Maxwell, che mi portò alla collaborazione con la José Limón Dance Company di NY. Alcuni anni dopo, l’incontro con un mito assoluto dell’imprenditoria mondiale, Paul Szilard, che portò alla collaborazione con la Martha Graham Dance Company ancora in essere oggi. Riconoscente a vita a Domenico De Masi che nel 2008 mi invitò a ricoprire il ruolo di direttore della sezione danza del Ravello Festival e in quell’occasione misi insieme, per la prima volta nella storia, le donne della Martha Graham Dance Company e gli uomini della Limón Dance Company in “L’uomo e la donna della Modern Dance”: fu una serata indimenticabile! Per non dimenticare quando il Sindaco di Positano Michele De Lucia mi chiese di ricoprire il ruolo di direttore artistico del Premio Positano. Senza parlare degli incontri con alcune delle mie assistenti, con il mio ufficio stampa Simonetta Allder e con la maître de ballet della mia compagnia Stefania Di Cosmo, senza la quale non esisterebbe la Compagnia Daniele Cipriani. Fondamentali anche gli incontri con artisti ed étoiles: con un ognuno di loro ho instaurato un legame personale di profondo amore; il primo nome è Eleonora Abbagnato (già étoile dell'Opéra National de Paris e attuale direttore del Teatro e della Scuola dell'Opera di Roma) per la quale produco da molti anni i suoi spettacoli e alla quale mi lega un rapporto di profonda amicizia e stima reciproca.
Naturalmente ci sono anche diversi incontri da dimenticare, ma questa è un’altra storia…!
 
Quali sono le principali difficoltà e responsabilità che richiede il tuo ruolo?
Agli inizi la difficoltà è stata quella di impormi in un mondo che ancora non mi conosceva, di acquisire, passo dopo passo, le credenziali. Con pazienza e duro lavoro ho ottenuto la fiducia da parte di direttori di teatri che hanno iniziato a commissionarmi degli spettacoli. Impegno, onestà e sincerità sono gli ingredienti principali per conquistare la fiducia degli altri e potersi affermare. Non credo nelle altre strade. Si combatte ogni giorno, ma sono convinto che chi fa un lavoro come il mio debba ritenersi fortunato, poiché siamo dei fabbricatori di emozioni che regaliamo al pubblico ad ogni nostro spettacolo. Non è una cosa meravigliosa…?!
 
Finora quale ritieni sia stata l'esperienza professionale più importante della tua vita e perché?
Sono tanti gli eventi che mi hanno reso orgoglioso, ma anche le collaborazioni con artisti importanti come Carolyn Carlson, Susanne Linke, Roberto Bolle, Lutz Forster, Carla Fracci, Eleonora Abbagnato, Svetlana Zakharova, Marianela Nuñez, Mats Ek, Ana Laguna, Malou Airaudo, Sergio Bernal, Davide Dato, Beatrice Rana. 
Per quanto riguarda gli eventi, nello specifico penso a "Eleonora Abbagnato danza per Luchino Visconti" lo spettacolo in omaggio a Luchino Visconti rappresentato a Villa Olmo Como, dove Eleonora danzava nelle stanze di Villa Erba (la dimora della famiglia Visconti), con la specchiera e il letto del grande regista come scenografia. Mi viene in mente anche "Bernstein Dance Gala" al Teatro Antico di Taormina (che ha dato inizio alla mia collaborazione con i principals del New York City Ballet). Ma anche al Tributo a Rudolf Nureyev alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione del ventennale dalla scomparsa del grande ballerino (ancora oggi spesso trasmesso su Rai 5). Ma soprattutto lo spettacolo "Apollineo e Dionisiaco" tenutosi sull’Isola Li Galli che per la prima volta nella storia offrì al pubblico uno spettacolo di danza su quell’isola che era appartenuta prima a Léonide Massine e poi a Nureyev; entrambi avevano sognato di presentare uno spettacolo a Li Galli: quel giorno di agosto, nel 2009, abbiamo realizzato il loro sogno. È stata un'emozione fortissima, una serata memorabile; l’idea di mettere insieme sullo stesso palcoscenico i grandi della danza mondiale over 60 diede vita a “Quartet Gala”, uno spettacolo unico con danzatori leggendari come Mats Ek, Ana Laguna, Susanne Linke e Dominique Mercy, presentato al Teatro Argentina di Roma e a Bucarest. Tra le varie produzioni, devo ammettere che sono rimasto particolarmente emozionato nel vedere più volte la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica tutta esaurita per il mio gala "Les Étoiles": 2400 spettatori a sera. Speriamo lo sia anche nel 2023!! Altri progetti sono stati il recupero di allestimenti importanti come "Lo Schiaccianoci" di Amedeo Amodio, con le scene e i costumi di Emanuele Luzzati, da oltre dieci anni nei depositi di Aterbaletto, destinato a perdersi: ho avuto il coraggio di acquisirlo, insieme ad altri due allestimenti importanti (sempre con coreografie di Amodio), ovvero la "Coppélia" di Luzzati /Spinatelli e la "Carmen" di Spinatelli con i quali abbiamo fatto tante tournée. Bellissimi ricordi legati anche a "Mediterranea" di Mauro Bigonzetti. Negli ultimi anni un incontro magico è stato quello con il Maestro Roberto Capucci che mi ha permesso di sperimentare con l'aiuto di Simona Bucci un modo innovativo di fare teatro.
 
A oggi quali sono i tuoi progetti futuri sia in campo lavorativo che privato?
Come la maggior parte della gente del mondo dello spettacolo, sono molto scaramantico… Temo che se te lo svelassi adesso il mio prossimo progetto poi non si realizzerebbe. Preferisco annunciarlo pubblicamente nel momento in cui si realizzerà! Nel privato il progetto più grande l’ho realizzato lo scorso 23 aprile, mi sono sposato.
 
Lontano dai teatri, chi è veramente Daniele Cipriani?
Lo stesso uomo che incontrate a Teatro.
 
Svelaci i nomi delle stelle internazionali della danza protagoniste de "Les Ètoiles 2023" che brilleranno sul palco della Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica (Roma) il 28 e 29 gennaio, ma anche tutte le novità di questa nuova attesissima edizione.
Saranno Marianela Nuñez, William Bracewell, Marcelino Sambé, Anna Rose O’Sullivan (The Royal Ballet, Londra); Polina Semionova (Staatsballett Berlin, già American Ballet Theatre); Sergio Bernal (già Ballet Nacional de España); Maia Makhateli, Giorgi Potskhishvili (Het Natioanle Ballet, Amsterdam); Paul Marque, Valentine Colasante (Opéra National de Paris); Matteo Miccini (Stuttgart Ballet); dal prestigioso Hamburg Ballet John Neumeier: Alessandro Frola e Madoka Sugai. A questi nomi si aggiungerà come da tradizione l’étoile a sorpresa il cui nome verrà svelato solo alla vigilia del gala. E possiamo aspettarci altri colpi di scena, come qualche costume creato da un celebre stilista (sono ancora freschi nella mente i magnifici costumi firmati, nelle due scorse edizioni, da Roberto Capucci). Ma la vera novità di questa 12° edizione sarà la MARATONA LES ÉTOILES: nelle due recite previste nella giornata di domenica 29 gennaio ci saranno due programmi diversi, per cui chi volesse fare la “Maratona Les Étoiles” e acquistare un biglietto per entrambi gli spettacoli, potrà usufruire di uno sconto del 20% sul secondo biglietto. Il 1° e 2 aprile 2023 Les Étoiles tornerà al Teatro Comunale di Bologna con l’Orchestra dal vivo.
 
Il 3 febbraio torna in scena sempre all'Auditorium Parco della Musica-Roma "Shine Pink Floyd Moon" lo spettacolo ideato, diretto e coreografato dall'indimenticabile Micha Van Hoecke.
Raccontaci il tuo ricordo più forte dedicato a questo artista geniale e persona davvero speciale, scomparsa il 7 agosto 2021, lasciando un grande vuoto nel mondo della danza e nei cuori di chi come noi lo amava.
Come rispondeva  Micha senza esitazione: "Shine è un’opera rock”. A poco più di un anno dalla scomparsa di Micha, ci sentiamo di dire che quest’opera è il testamento spirituale di un lavoro intriso di speranza, rappresentata dalla tremolante fiammella che Syd, interpretato per la prima volta da Raffaele Paganini, accende nell’oscurità. Shine Pink Floyd Moon ci esorta infatti ad accendere il lato luminoso della nostra luna interiore, simbolo della poesia, della fantasia, della vita stessa di ogni essere umano per combattere il materialismo dilagante dei nostri giorni e ritrovare sempre noi stessi, il nostro “io” interiore, anche in questi tempi bui di smarrimento. È questo che voglio ricordare di Micha… uomo e artista straordinario che ancora oggi è accanto a noi.
 
Quali sono gli altri appuntamenti danzanti in programma per la stagione 2023?
Come anticipato, Les Étoiles dopo Roma andrà in scena a Bologna il 1° e 2 aprile al Teatro Comunale; diversamente da Roma, dove ci sarà la musica registrata, suonerà l’orchestra dal vivo. Oltre a Les Étoiles sono tanti gli appuntamenti di produzioni che stiamo riprendendo. Va avanti la presentazione dei lavori di Amedeo Amodio: porteremo Coppelia a dicembre in tournée a Pisa, Mestre e Portogruaro. A Pisa poi ritorneremo con la Carmen di Amodio. Ma anche la presentazione di nuove creazioni come quelle coreografate da Sasha Riva e Simone Repele. Porteremo lo spettacolo Lili Elbe in tournée in tutta italia: Napoli, Casalmaggiore, Lucca, Gorizia, Todi, Pesaro e tante altre città. Nel frattempo tornerà in scena lo spettacolo "Giulietta" che ha debuttato la scorsa estate a Verona, con protagonista Eleonora Abbagnato la quale danzerà con sua figlia Giulia di 10 anni. Partiremo con questo spettacolo da gennaio al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino. 
E naturalmente riprenderemo Shine, lo spettacolo sulle musiche dei Pink Floyd con i pink floyd legend che Micha van Hoecke ha creato per il Ravenna Festival poco prima della pandemia. Sfortunatamente l’ultimo spettacolo creato da Micha e quindi il messaggio che ci ha lasciato della sua vita. 
Con questo spettacolo, di cui l’interprete principale sarà Raffaele Paganini, saremo a Modena, Roma (Sala Santa Cecilia), Pordenone, Firenze (Teatro Verdi) e tanti altri teatri. Poi siamo già pronti per nuovi progetti per la prossima estate. Posso già anticiparvi che ad aprile ci sarà un tour con lo spettacolo del ballerino spagnolo Sergio Bernal.
 
Tra tutte le stelle della danza mondiale, quale non sei ancora riuscito a raggiungere?
Ho avuto la fortuna fino a oggi di lavorare realmente con i più grandi ballerini del mondo, partendo dalla storica Carla Fracci. Non c’è una stella che non sono riuscito a raggiungere. Alcune che magari non ho coinvolto finora saranno coinvolte in futuro. Forse l’unica che mi manca per una questione “temporale” (quand’ero arrivato al punto della mia carriera in cui avrei potuto invitarla lei aveva già smesso di danzare) è Silvie Guillem. Però ho avuto la fortuna a oggi di lavorare con i più grandi e continuerò a farlo; e chi manca ancora alla mia “collezione” di étoile ci sarà presto.
 
Qualche consiglio ai giovani che desiderano in futuro intraprendere la tua stessa professione.
Prima di tutto devono avere tanto coraggio, tanta passione e un pizzico di follia.
L’organizzazione è una dote che non si acquisisce con una laura, o ce l’hai o non ce l’hai; sicuramente gli studi e i master sono di aiuto per darti le nozioni, ma se non hai quel “fuoco” dentro, come s’usa dire per un artista, non vai da nessuna parte. 
Nel mio caso specifico non ho preso una laurea perché iniziai a lavorare da subito, feci un breve corso per organizzatori quando avevo 16 anni, predisposto da Romaeuropa, ma la mia scuola è stata l’esperienza sul campo; soprattutto sono stato una spugna, assorbendo quanto possibile in tutti gli incontri e le occasioni che mi capitavano. 
Ho fatto anche degli errori, ma è grazie a quegli errori che oggi sono quello che sono. 
Quando ho iniziato non avevo né soldi né contatti: l’unica cosa che avevo era fiuto e, sicuramente, l’idea chiara di quello che volevo da me stesso. Io sono un classico esempio che se realmente desideri una cosa la puoi ottenere, anche partendo da zero. Certo, devi essere tu stesso a delineare il tuo futuro; bisogna anche avere l’abilità di  cogliere le fortune che la vita ti riserva.
 
Nelle tue produzioni ricorre spesso la parola "Amore". Che valore ha questo sentimento nella tua vita e quanto amore c'è voluto nel tuo lavoro per arrivare al successo?
L’amore è il sentimento che muove il mondo, muove la mia passione verso quest’arte ed è ciò che mi spinge ogni giorno ad andare avanti e a creare eventi sempre nuovi. Tutto questo nella follia e l’incoscienza, indispensabili per fare questo mestiere in Italia. Se non ci fosse amore non ci sarebbero probabilmente tutti i miei spettacoli.
Monica Lubinu