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Anna Maria Galeotti “Vorrei che l’Accademia diventasse il fulcro della danza italiana nel mondo”

L'intervista
Quando
01/12/2023
Genere
L'intervista
Eletta ad aprile e nominata il 2 novembre dal Ministero dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Galeotti è il nuovo Direttore dell'Accademia Nazionale di Danza di Roma, succedendo dopo sei anni di direzione a Maria Enrica Palmieri. 
Un mix perfetto di forza, determinazione, entusiasmo, sensibilità e tanta esperienza nel campo della danza fa di lei la figura perfetta per ricoprire questo prestigioso ruolo.
L'abbiamo incontrata per farci spiegare come intende dirigere l’istituto.

Che sensazione ha provato quando ha appreso la notizia di questa nomina? 
Prima di tutto una grandissima emozione. Ho constatato la fiducia dei miei colleghi.
Quando vieni eletta, significa che altri credono in te. Ho provato anche orgoglio e senso di appartenenza a questo luogo. La prima persona a cui ho pensato è stata mio padre. Lui, a differenza di mia madre, non è stato mai d’accordo con la mia scelta di fare la ballerina; riteneva non fosse un vero lavoro, un pensiero purtroppo comune nella maggior parte degli italiani. Pensa che nei sette anni in cui ho lavorato come danzatrice al Teatro dell'Opera di Roma lui è venuto ad un solo spettacolo.
Ricordo che quando entrai in Accademia come docente di ruolo nel 1998 fu il primo a cui telefonai e in quell'occasione mi disse che in fondo non ero una professoressa poiché non avevo una laurea. Mio padre voleva a tutti i costi che io mi laureassi; allora, per renderlo totalmente orgoglioso di me, mi sono promessa di prendere una laurea e portargliela al cimitero.

Quali sono i doveri e le responsabilità di questo incarico?
Essendo l'AND un istituto statale, è regolamentata dalle leggi dello Stato, nella fattispecie da alcune normative dell’AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale). Per prima cosa dunque è fondamentale conoscere le regole e seguirle in maniera precisa. Questo incarico richiede diverse responsabilità: istituzionali, professionali, artistiche e personali. Dirigere l'Accademia Nazionale di Danza non sarà un compito facile, ma sarà mia cura fare determinate scelte, anche impopolari, per il bene esclusivo dell'Accademia stessa, con un occhio di riguardo per gli allievi. Io non credo nell'autorità, ma nell’autorevolezza, poiché quest'ultima si guadagna nel tempo attraverso l'esempio e il rispetto. Essere sempre presenti credo sia già una forma di rispetto verso gli altri. Io sono al servizio dell'AND e a completa disposizione dei miei colleghi, dei miei collaboratori e dei miei ragazzi affinché il sistema possa funzionare al meglio. E metterò tutto il mio impegno perché questo accada.

Qual è la situazione attuale in AND?
Ho una visione generale molto razionale delle cose, per cui devono funzionare in un certo modo. A maggior ragione quando si tratta di un'istituzione come questa, con diversi comparti, tutto deve procedere e funzionare correttamente senza rallentamenti per evitare ricadute sull'intero sistema. Non a caso credo molto nel team, nel lavoro di squadra, nelle competenze delle persone. Non sarò mai un direttore che passa a controllare il lavoro del personale, perché credo che in qualche modo le persone abbiano bisogno della fiducia degli altri, di sentirsi gratificate e senza pressioni psicologiche per poter dare il meglio. Ad esempio, se affiderò un incarico a una persona, la stessa dovrà sentirsi in grado di portarlo a termine autonomamente, seguendo naturalmente quanto stabilito insieme a tutto lo staff. Sebbene la responsabilità del risultato finale sarà mia, credo che qualsiasi decisione vada concordata consultando tutto il team e fissando dei briefing periodici per stabilire insieme cosa avrà funzionato e cosa invece bisognerà migliorare. Questa è una cosa che ho imparato quando lavoravo come maestra ripetitrice, assistente e tour manager in Francia. Oggi in Accademia ho la fortuna di avere uno staff di docenti super qualificati. Il mio intento è di valorizzarli dal punto di vista professionale e stimolarli da quello artistico, senza dimenticare mai di rispettare anzitutto la persona. L'Accademia è un luogo sempre magico ed è impossibile non amarla. 
Io tengo molto ai miei studenti, tanto che la mattina non vedevo l'ora di arrivare in sala e dare lezione. I miei ragazzi sono stati per me linfa vitale, soprattutto nell'ultimo triennio che ho seguito. L'ultimo anno in particolare è stato molto speciale. L'ho vissuto come se inconsciamente sapessi che presto sarebbe arrivata una svolta importante nella mia vita.

Cosa cambierà col nuovo mandato?
Innanzitutto vorrei riproporre un erasmus per i nostri studenti, per dare loro una possibilità di maggiore crescita artistica, culturale, professionale, ma anche personale. Sarebbe un ottimo metodo di interscambio con altri Paesi, ma anche di arricchimento generale. Mi piacerebbe ricordare al mondo che la danza nasce in Italia, di conseguenza vorrei che l'Accademia diventasse il fulcro della danza italiana nel mondo. Allo stesso tempo vorrei potenziare la possibilità di formare i nostri allievi invitando illustri coreografi del panorama internazionale nelle varie tecniche e discipline della danza. Uno degli obiettivi principali sarà dunque offrire delle proposte trasversali e di far fluire le informazioni e le esperienze tra le scuole e tra gli studenti, affinché questi ultimi abbiano un senso di appartenenza. Quest'anno avremo delle new entry nel corpo docenti e tra i maestri accompagnatori (pianisti e percussionisti). Pian piano cercheremo di coprire tutti tasselli mancanti e le figure professionali al momento scoperte, per far sì che la nuova macchina dell'AND sia funzionale, efficiente e puntuale come le lancette di un orologio. Una novità importante sarà il ripristino del bar, trasformato durante la pandemia in una sala di danza; un servizio fondamentale anzitutto dal punto di vista nutrizionale per i nostri danzatori, ma anche come punto di incontro e ristoro per i nostri ospiti e visitatori. Con il mio mandato ci saranno molti grandi progetti e cambiamenti finalizzati a dare maggiore lustro all'Accademia Nazionale di Danza che spero possa diventare presto il polo italiano di riferimento per la danza nonché l’anello di congiunzione tra Roma e l'estero.
 
 
Monica Lubinu