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Alice Mariani un sogno sulle punte

L'intervista
Quando
08/11/2022
Genere
L'intervista
“Danzare è il mio modo di esprimermi. Rifarei tutto da capo”


Le luci si spengono. Una bambina entra in scena e inizia a danzare.
Pochi istanti e quell’attimo magico diventa eterno. Alice Mariani, classe 1992, massese, è la nuova Prima Ballerina del Teatro alla Scala. Il talento, l’umiltà, la passione. Il coraggio, i sacrifici, l’amore per la danza che sopperisce a ogni cosa. La fiaba di Alice inizia proprio a Massa, presso la scuola “Lorna Wilkinson”.
A 13 anni lascia la sua terra, la Toscana, per andare a studiare all’Accademia del teatro milanese. Dopo il diploma, vola all’estero. Danza per dieci anni al Semperoper Dresden, teatro dell’Opera di Dresda. Interpreta ruoli classici. Lavora con coreografi del calibro di David Dawson, Mats Ek e William Forsythe. Poi la consacrazione come Prima Ballerina, proprio in Germania. Nel 2017 riceve il premio D&D come miglior interprete italiana all’estero. Nel 2021 torna a danzare in Italia e inizia la carriera da solista alla Scala. Non smette di incantare.
Il mondo gira, il tempo si ferma e posa gli occhi su di lei. La sera del 4  luglio, in punta di piedi, tocca le stelle e illumina il cielo.
Sorride al telefono, Alice,  mentre mi racconta la storia del suo sogno diventato realtà e destinato a non spegnersi mai. D’improvviso, la danza. Classica. Il rumore dei passi, le scarpette, i tutù. La vita. Le emozioni. La grazia, l’eleganza. E poi, un lungo abbraccio sotto un cielo pieno d’amore. Pochi giorni dopo la prestigiosa nomina, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, le ha conferito il Gonfalone d’Argento.  Non è tutto! La sera dell’11 agosto, a Villa Cuturi, si è tenuta la cerimonia di consegna dell’ottava edizione del “Premio Obelisco”; fondato e organizzato da Franco Frediani,  patrocinato dall’assessorato alla cultura del comune di Massa.

Prima ginnastica ritmica, poi danza classica. 
Dopo un anno di ginnastica ritmica, mia madre mi iscrisse a un corso di danza classica.  Avevo voglia di ballare. Ballavo sempre. A 6 anni entrai in una scuola privata della mia città. A 13 anni la mia insegnante mi consigliò  di fare un’audizione all’Accademia del Teatro alla Scala. La passai. All’inizio fu difficile entrare in un mondo pieno di rigore e disciplina.

Cosa significa per te danzare?
Esprimersi. Danzare è il mio modo di esprimermi.

Massa, Milano, Dresda e poi di nuovo Milano. Quale insegnamento ti ha accompagnata per tutto il percorso artistico?
La tenacia. Il mio sogno, è sempre stato questo.

Come definisci il tuo percorso?
Graduale. Ho seguito tutti gli step. A 26 anni sono diventata Prima Ballerina in Germania.

Nel momento in cui indossi le scarpette, sali sul palco e inizi a danzare, cosa accade nella tua mente? E nel tuo cuore?
Conta molto la testa. Prima di entrare sul palcoscenico, c’è l’adrenalina,  si cerca la perfezione tecnica. Io mi godo la scena, un ruolo, un personaggio, uno spettacolo. Mi diverto. E voglio continuare così. È difficile staccare l’ansia dalle emozioni.

Il 5 luglio 2021 sei stata nominata Prima Ballerina del Teatro alla Scala. Come stai vivendo tutto questo?
Sono grata. Non mi aspettavo che succedesse tutto così velocemente. Il mio direttore Manuel Legris, ha sempre creduto in me. Sin da subito mi ha affidato ruoli da prima ballerina; mi ha dato fiducia. Ha avuto coraggio.

Alle bambine che sognano di diventare come te, che consiglio vuoi dare?
Devono fare ciò che amano con impegno.
Michela Micheli