«They can» direbbe qualcuno e di sicuro non potremmo dargli torto perché il Nuovo Balletto di Toscana e Cristina Bozzolini, sua energica e volitiva capitana, possono questo ed altro sulla scena contemporanea italiana e non solo.
Già carico di allori il NBDT presenta al Teatro La Compagnia di Firenze, in occasione della XXIX edizione di Fabbrica Europa, Bayadère - Il regno delle Ombre, un balletto a serata firmato da Michele Di Stefano e vincitore del premio "Danza&Danza" come migliore produzione del 2022.
Ispirato al celeberrimo atto III dell'ottocentesca Baydère di Petipa su musica di Minkus, di cui Di Stefano coglie l'atmosfera esotica e atemporale, questo lavoro in realtà vira verso una personalissima reinterpretazione che si lascia alle spalle l'archetipo, pur rendendogli il dovuto omaggio. « Questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni - spiega Michele - appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo [...] in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione».
Il balletto, pensato per dodici giovanissimi professionisti e condensato in un atto, si sviluppa in tre macrosequenze di cui la prima si caratterizza per un individualismo cinetico, la seconda si incentra su un classicismo rivisitato e la terza si apre ad un dinamismo contemporaneo. Una struttura tripartita che si avvale delle luci chiaroscurali di Giulia Broggi e delle musiche di Lorenzo Bianchi Hoesch per la prima sequenza, della partitura di Minkus per la seconda e di un'ibridazione musicale per la terza.
L'individualismo cinetico vede in azione i danzatori che ballano e si lanciano uno dopo l'altro in un agone coreutico di indubbia forza ed energia, sostenuti dal sostrato sonoro della musica che accentua il rocambolesco fagocitare lo spazio scenico e incentiva l'uso estremo del corpo.
Ma ecco che è nella seconda sequenza che Di Stefano, a suo modo, chiama in causa Petipa e Minkus con chiare riprese di passi e gesti del leggendario atto III della Bayadère: i tendus en croisés, gli arabesques, i cambrés, in un sobrio tributo al classicismo della più alta scuola accademica non senza irriverenti pose à terre.
Con la terza sequenza torna prepotentemente il dinamismo contemporaneo nell'incessante fluire di soli, duetti e ensembles che esaltano la potenza della danza del coreografo salernitano e mettono in luce la bravura dei ballerini 'bozzoliniani', fasciati dagli essenziali costumi di Santi Rinciari.
Il pluripremiato Di Stefano, fondatore del gruppo mk e attivo presso compagnie internazionali come la Korean National Contemporary Dance Company e italiane come Aterballetto, si conferma un coreografo di valore che, pur tenendo presente la lezione di Wayne McGregor, ha saputo prenderne le distanze e affermare la propria autorialità.
Questa nuova Bayadère convince e consente di apprezzare l'ambizioso progetto artistico di Cristina Bozzolini, teso a fare crescere la sua agguerrita compagnia con un repertorio sempre più interessante e all'avanguardia.