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“Danzare per la Vita”: La danza si fa voce contro la violenza sulle donne

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29/04/2025
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Roma, 29 aprile In occasione della Giornata Internazionale della Danza, la sala Spadolini del Ministero della Cultura ha ospitato un evento di grande rilevanza civile e culturale: il convegno Danzare per la Vita, promosso da AIDAF-AGIS (Associazione Italiana Danza Attività di Formazione), per lanciare un manifesto nazionale contro la violenza sulle donne, attraverso il linguaggio universale della danza.

 

AIDAF, da anni in prima linea nella tutela della formazione coreutica e dei diritti degli insegnanti di danza, ha scelto di alzare la voce su un tema drammaticamente attuale: la violenza di genere. Lo ha fatto chiamando a raccolta istituzioni, esperti, artisti e operatori del settore, per un confronto intenso e necessario su educazione, prevenzione e cultura del rispetto.

 

A inaugurare il convegno è stata Amalia Salzano, presidente AIDAF, che ha voluto dedicare levento alla memoria di Micaela Masella, vittima di violenza e cara amica dellassociazione. Oggi più che mai la danza deve educare alla vita, al rispetto, alla libertà”, ha affermato, ricordando come il teatro e le arti abbiano una responsabilità profonda nella formazione delle nuove generazioni.

 

Tra gli interventi più significativi, quello del sovrintendente Francesco Giambrone, che ha sottolineato come la danza non sia solo performance, ma anche crescita personale e cittadinanza attiva. Emozionante il contributo di Liliana Cosi, che ha letto un messaggio di Mikhail Baryshnikov per la Giornata Internazionale della Danza, rendendo inoltre omaggio al maestro Marinel Stefanescu.

 

Il manifesto nazionale Danzare per la Vitasi propone come un vero e proprio strumento educativo, rivolto alle scuole di danza di tutta Italia. Tra i suoi obiettivi: educare allaffettività, alla parità di genere, allascolto e alla collaborazione; sviluppare empatia e capacità di riconoscere i segnali di disagio nei coetanei; promuovere un ambiente scolastico non giudicante, dove il rispetto dellaltro sia un valore fondante.

 

La danza diventa così veicolo di consapevolezza e prevenzione, ma anche di impegno sociale. Non solo bellezza, dunque, ma cultura, ascolto, dialogo.

 

Ampio spazio nel convegno è stato dedicato anche alla delicata questione della formazione nel settore della danza in Italia. La situazione normativa, ancora oggi priva di regole certe, espone allievi e insegnanti a rischi formativi, sanitari e professionali. AIDAF ha ribadito la necessità di attuare finalmente i decreti previsti dalla legge 175/2017, per regolamentare linsegnamento nelle scuole private di danza, istituendo titoli di studio riconosciuti e tutelando la figura professionale dellinsegnante.

 

Ad oggi, infatti, solo lAccademia Nazionale di Danza e, in parte, lAccademia del Teatro alla Scala rilasciano titoli con valore legale. Le migliaia di scuole private, che accolgono circa 3 milioni di allievi, operano ancora in un vuoto normativo che da quasi 50 anni attende una riforma organica.

 

Nel corso dellevento sono intervenuti parlamentari, docenti e artisti come Federico Mollicone, Mvula Sungani, Angela Colmellere, Martina Semenzato e Roberta Albano, che ha ricordato il ruolo storico della donna nella danza e il valore di questarte non solo come espressione artistica, ma anche come potente strumento sociale.

 

Liniziativa si è conclusa con un appello chiaro: trasformare il manifesto in una campagna capillare, che raggiunga ogni scuola di danza, ogni allievo, ogni insegnante. Perché danzare non è solo un gesto artistico, ma un atto di libertà. E contro la violenza, larte può – e deve essere azione concreta.

 

 

Monica Lubinu