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Un melologo danzato per ritrovarsi e non perdersi mai

Critica Spettacoli
Luogo
CANGO Cantieri Goldonetta
Firenze (FI)
Quando
06/04/2025
Compagnia
Raffaella Giordano/Stefania Tansini
Genere
Moderno/Contemporaneo
Gabriella Gori



Inserito nel "Progetto di Trasmissione 2005/2025" Tu non mi perderai mai è un lavoro creato da Raffaella Giordano nel 2005 e oggi reinterpretato da Stefania Tansini in contesti performativi diversi fra cui CANGO Cantieri Goldonetta Firenze, sede della rassegna "La Democrazia del Corpo" diretta da Virgilio Sieni.

Figura di spicco della scena coreografica europea degli ultimi trent'anni, Raffaella Giordano ha avuto importanti trascorsi nella Compagnia Teatro e Danza La Fenice di Venezia, capitanata da Carolyn Carlson, e nel Wuppertal Tanztheater guidato da Pina Baush.

Cofondatrice del collettivo Sosta Palmizi, formatosi nel 1984 e scioltosi nel 1990, la Giordano dal 1994 dirige ad Arezzo insieme a Giorgio Rossi l'Associazione Culturale Sosta Palmizi e nella sua carriera non mancano prestigiosi riconoscimenti. Nel 1990 ottiene il Premio Danza&Danza quale miglior interprete della nuova danza italiana, nel 2000 vince il Premio Speciale UBU per lo spettacolo Quore e nel 2018 il Premio Imaie come Miglior Attrice Rivelazione al Bifest di Bari per l'interpretazione de L'Intrusa di Leonardo Di Costanzo. Non solo ma Raffaella è coinvolta in collaborazioni teatrali, operistiche, cinematografiche e con la ripresa di Tu non mi perderai mai vuole mettere in luce la capacità della danza contemporanea di rinnovarsi grazie al confronto tra generazioni e alla sensibilità di nuovi interpreti.

E la sensibilità non manca a Stefania Tansini, classe 1991, tersicorea e coreografa diplomata all'Accademia Paolo Grassi di Milano, insignita del Premio UBU 2022 come miglior performer Under35 e danzatrice scelta da nomi del calibro di Romeo Castellucci, Simona Bertozzi, Enzo Cosimi, Cindy Van Acker e, appunto, Raffaella Giordano per la quale reinterpreta questo assolo liberamente «inspirato» al Cantico dei cantici. Il libro canonico dell'Antico Teatsmento, scritto in lingua ebraica verso il 1000 a.C. e poi tradotto in epoca medievale e successiva, che racconta l'amore tra il Re Salomone - considerato dalla tradizione giudaica e cristiana l'autore del poema - e la pastorella Sulamita.

La pièce, lungi dall'essere un nostalgico déjà vu, si sostanzia di questo amore attraverso la restituzione e la trasmissione del credo coreografico della Giordano in una coreografia che è una sorta di melologo danzato in cui lo strumento espressivo è il corpo con tutta la sua capacità di veicolare emozioni e sentimenti, di riempire lo spazio, di lasciarsi avvolgere dal paesaggio sonoro, di riuscire a dare la percezione del tempo e della sua durata nell'auto auscultazione di sé.

L'inizio è un omaggio costumistico a Pina Baush disegnato da Beatrice Giannini che veste Stefania con una gonna svasata midi nera, una maglietta di jersey a disegni neri e rossi, basse decolté scure, una piccola borsa bianca e capelli legati in una treccia che ricordano la pettinatura raccolta di Pina e di Raffaella. Ma poi nell'ovattata sala di CANGO l'atmosfera cambia e viene in primo piano la corposa danza della Giordano, volta all'ascolto interiore del gesto e del movimento stimolato dal silenzio, dal suono della composizione elettroacustica di Lorenzo Brusci e dalle luci basse di Maria Virzì e Lucia Ferrero.

In un mondo come il nostro sempre più connesso e performante, in cui le persone sono disconnesse da sé e dagli altri, emerge più che mai una sete di significato, un bisogno di autenticità che la Giordano intercetta e rappresenta nella inesausta ricerca di corporeità in Tu non mi perderai mai.

Stefania Tansini fa proprio questo assunto e nella lunga sequenza solipsistica vengono in primo piano il lavoro di spalle al pubblico, le accoglienti pose rotonde delle braccia in un ideale abbraccio amoroso, il movimento continuo dal basso verso l'alto e viceversa, il morbido accovacciarsi, il dolce abbandonarsi a terra, il ralenti dei passi, la sicura camminata che esplora e misura lo spazio e il ripetuto togliersi e il rimettersi le scarpe.

Filo conduttore di questa danza meditativa è l'accurata e intensa transizione di un gesto all'altro e commovente è l'apertura delle mani in un dono d'amore fino a che il lento allontanarsi di Stefania e il buio improvviso ci riportano alla realtà 'rompendo' l'incanto di un assolo ricco di pathos.

Tu non mi perderai mai con Stefania Tansini è una messinscena significativa che vive di per sé senza bisogno di confronti con la resa storica dell'autrice Raffaella Giordano. Un'artista generosa che affida il suo pezzo ad una nuova e degna interprete, salutata da applausi convinti e calorosi.

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