No, Pinocchio no!! Vi prego.
Pinocchio, celebre libro di Collodi, ha ispirato le più variegate letture e riletture, spaziando dal teatro, alla danza, dal cinema, al musical. Di capolavori ispirati a Pinocchio che abbiano avuto successo, ne rammento solo due : il celebre sceneggiato televisivo di Comencini (con Nino Manfredi) e l’opera teatrale di Carmelo Bene andata in scena per la prima volta nel 1961 al teatro Laboratorio di Roma, con repliche nel 1966/81/98 e adattato per la televisione nel 1999. Su tutte le altre proposte ispirate alle avventure del burattino , (film di Benigni compreso), caliamo un velo pietoso.
All’invito di Rosanna Brocanello di assistere ad un'altra rappresentazione di Pinocchio, ero tentata di declinare l’invito. Considerati però la grande professionalità di Rosanna gli enormi sforzi impiegati nella realizzazione di questo lavoro, ho accettato.
Nel libretto di sala ho subito notato, senza stupore, che il rischio Pinocchio era ben chiaro alla produzione: “Riproporre un Pinocchio in danza non è mai banale …………con più o meno fortuna, con più o meno rispetto per il fantastico e controverso personaggio collodiano”.
IL Progetto Pinocchio, proposto dalla Compagnia Opus Ballet e Compagnia Giardino Chiuso, in coproduzione con Versiliadanza, Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee, collaborazione della Fondazione Maggio Musicale Fiorentino e il supporto di NCA. Small Theatre-Yerevan (Armenia), ha visto il suo debutto il 16 marzo al Teatro Goldoni di Firenze, di fronte a un folto pubblico e alla presenza di numerosi critici e operatori teatrali.
La drammaturgia di Tuccio Guicciardini asciutta , comprensibile e rigorosa, si dipana in un viaggio tanto fantastico , quanto periglioso, alla scoperta delle sensazioni, degli affetti, della giustizia, dell’incerto, dell’amicizia, del tradimento, del divertimento, delle lacrime ,della povertà, dell’onestà .
Guizzi teatrali efficaci, tra cui la magistrale interpretazione di Virgilio Gazzolo, (lui stesso marionetta scenica), a cui viene sapientemente affidata l’apertura dello spettacolo. Attraverso le parole di Kleit, tratte dal “Trattato delle Marionette”, la figura del burattino viene presentata in una lettura riconoscibile, particolarmente apprezzabile. Pinocchio infatti “fa parte di quell’immaginifico immaginario della nostra infanzia” che lascia pochissimo spazio a butade e stravolgimenti, se a questi non corrispondono trovate di pura genialità. La vera genialità di questo spettacolo è l’equilibrio dei vari ingredienti artistici; la pulizia di una scena affidata ai video di Andrea Montagnani e all’elemento scenico di Takeshi Tamashiro, che esalta sapientemente l’azione coreografica.
Guicciardini ci propone un Pinocchio , che, come lui, guarda il mondo come fosse la prima volta; con occhi ingenui e curiosi, proponendo un burattino ancor più umanizzato rispetto alla visione di Collodi. La scelta della danzatrice armena Tamara Aydinyan che impersona Pinocchio è parte del successo dello spettacolo. Il suo volto appuntito, l’aspetto segaligno, ma plastico e la coreografia costruita e plasmata ad hoc su Tamara, hanno saputo rendere il difficile passaggio da pezzo di legno a marionetta e da marionetta ad uomo con l'anima.
Seguo la Compagnia Opus Ballet dai suoi esordi, e ammiro la caparbietà con cui Rosanna Brocanello la conduce , senza contributi statali e, come unico sostegno, il riconoscimento regionale. Nonostante la mancanza di fondi, Opus Ballet ha realizzato produzioni di caratura internazionale, con importanti e riconosciuti coreografi; con grande impiego di mezzi, cercando coproduzioni di prestigio e portando il proprio lavoro nel mondo, dal Lussemburgo, al Portogallo, a Panama.
La compagnia si distingue per non essere d’autore e incline solo ad uno specifico linguaggio. I danzatori hanno matrici e cifre differenti: alcuni provengono da formazioni prettamente accademiche, con solidi basi classiche; altri dal mondo hip hop, con sviluppo al contemporaneo; altri ancora dal teatro danza. E' questa pluralità che li rende unici e particolari. Tra gli elementi della compagnia che maggiormente si mette in evidenza per la sua duttilità e presenza scenica è Jennifer Rosati.
L'Opus Ballet e Giardino Chiuso hanno affrontato e presentato un personaggio complesso e controverso come Pinocchio con sapiente maestria e leggerezza, regalando al proprio pubblico una piacevole serata da ricordare.
Monica Ratti