Tyranny of the present è uno spettacolo "memoriale" che collega passato e presente di una pratica coreutica che riunisce Katie Duck, Alessandro Certini, Virgilio Sieni e Charlotte Zerbey. Il quartetto che Katie Duck, figura di riferimento dell'improvvisazione, fondò nel 1979 e battezzò Group-O.
Presentato a CANGO, Cantieri Goldonetta Firenze, come ultimo appuntamento della "Democrazia del Corpo" - la rassegna riprenderà in autunno - Tyranny of the present è una performance estemporanea che nasce da «affinità elettive» e cinetiche dei quattro protagonisti che si ritrovano dopo quaranta anni e si riscoprono ancora piacevolmente 'giovani' e sodali.
Adepti di Katie Duck e del suo modo di comporre all'istante attraverso il movimento, il tocco, la prossemica sinestetica, i protagonisti di questa reunion partecipano ad una sorta di happening che coinvolge loro e il pubblico a cominciar da quando Katie si sofferma sulle scarpe rosse di una bambina, seduta in prima fila, o attraversa le gradinate rivolgendosi agli spettatori in uno 'sbocco' metateatrale e 'metacoreutico'.
Ma l'improvvisazione ha un suo perché e l'evento ha una sua ragione di essere sviluppandosi piano piano tra gesti, figurazioni, grovigli, soli, duetti, terzetti e quartetti in un continuum accompagnato dal paesaggio sonoro ideato da Katir Duck, dalle frasi di Alessandro Certini, che irride a se stesso con contagiosa ironia, dalla delicata e quasi fanciullesca presenza di Charlotte Zerbey, che canta filastrocche americane, e dalla carismatica presenza di Virgilio Sieni.
Insieme danno vita - come dice la Duck - a una «composizione attraverso l'improvvisazione» che sottolinea la tirannia del presente in quanto «ogni libertà si azzera nell'atto di realizzarsi, unica ed esatta, è già irripetibile e inaccessibile traiettoria della realtà che si ricompone e si dissolve nell'essere stato».
Eppure a CANGO tra nostalgia e malinconia si percepisce la permanenza di ciò che è estemporaneo in virtù del linguaggio del corpo e del sentire amicale di ciascuno degli appartenenti al redivivo Group-O e che si rivela nel modo in cui interagiscono individualmente e collettivamente con questa 'partitura' d'ispirazione 'duckiana'.