Login   |   Registrati
Indietro

Tanti auguri a La fille mal gardée, il balletto di repertorio più antico al mondo.

Accadde oggi
Quando
29/06/2020
Genere
Accadde oggi
Le Ballet de la Paille
 
Direttamente dal secolo dei lumi ci arrivano il libretto e la partitura de La fille mal gardée, balletto figlio della rivoluzione francese, andato in scena il 1° luglio del 1789 al Grand-Theatre di Bordeaux in Francia.
Unico balletto classico del ‘700 ancora oggi in repertorio, La fille mal gardée, andò in scena per la prima volta con il titolo: Le Ballet de la Paille, ou Il n’ est qu’ un pas du mal au bien. Balletto pantomimico in due atti e tre scene, con libretto e coreografie di Jean Duberval, su un pot- pourri di canzoni e arie popolari arrangiate da musicista ignoto. Primi interpreti erano M.lle Théodore (moglie di Duberval) nella parte della protagonista Lison e Eugène Hus nella parte di Colin (Lise e Colas nelle versioni moderne). Brochard era la vedova Ragotte, ruolo en travesti (a volte Mère Marcelline o Mère Simone nelle versioni moderne), Dupui (Alain o in alcune occasioni Nicaise), Dourdet nella parte di Thomas, padre di Alain e Geoffrey nella parte del Notaio. Nato solo due settimane prima dello scoppio della Rivoluzione Le Ballet de la Paille fu anch’esso un balletto rivoluzionario e innovativo in quanto portò per la prima volta in scena borghesi e contadini. Può inoltre essere considerato il primo balletto d’azione nel quale le parti virtuosistiche si alternano a quelle pantomimiche. In tutta la sua lunga storia, oltre duecento anni in repertorio, il balletto ha subito numerosi rimaneggiamenti: otto cambi di titolo e almeno cinque differenti partiture musicali due delle quali adattamenti di vecchie musiche. Oggi sulle scene con il titolo La fille mal gardée, talvolta in italiano La figlia mal custodita, è il balletto più antico ancora in repertorio nelle compagnie di danza in tutto ilo mondo!
 
 
Jean Duberval e la novità del ballet d’action

Il merito va a Jean Duberval, uno dei coreografi più famosi del suo tempo che insieme all’italiano Salvatore Viganò, seppe portare alle estreme conseguenze espressive e linguistiche la novità del ballet d’action in un’epoca scossa da profonde trasformazioni sociali come il Settecento. Duberval era stato allievo di Jean Georges Noverre il grande coreografo e teorico della danza che con le sue Lettres sur la danse rivendicava il ricorso alla pantomima o danza d’azione come forma espressiva. Noverre, come pure Angiolini teorizzava il ballet d’action, nuovo genere ballettistico di allora destinato a spazzare via ogni anacronistica forma del passato. Tra i due scoppiò una dura polemica epistolare, entrambi si arrogavano il diritto alla paternità di questo nuovo genere ma, al di la delle contese ciò che più contava era che ambedue asserivano fermamente che la danza nel ballet d’action doveva nascere dall’alternanza della pantomima alla danza. Alla prima spettava la descrizione del racconto, alla seconda la meccanicità decorativa dei movimenti. Fino a Noverre, i coreografi avevano rivolto le loro attenzioni ai soggetti mitologici, eroi dell’Olimpo o leggendari personaggi della fantasia.  Duberval abbandona le convenzioni auliche della drammaturgia del tempo e porta in scena una storia realistica, semplice, lineare e perfino ironica. Con La fille mal gardée ciò che cambia davvero nella storia del balletto è il soggetto, nulla di soprannaturale e nemmeno aristocratico, protagonista è invece la classe contadina e borghese che, tra covoni di fieno e animali domestici, irrompe sulla scena con danze e feste campestri, cornice bucolica dell’ironica storia d’amore tra Lise e Colas.
 
 
Un soggetto “moderno”
 
Il libretto scritto dallo stesso Duberval presenta una drammaturgia non più aulica ma moderna e divertente, con personaggi reali, ben composta di movimento, danza e pantomima, tanto da essere considerato anche il primo balletto di “carattere” in sintonia con l’opera buffa, genere teatrale coevo di successo. Una possibile fonte per il balletto secondo alcuni potrebbe essere, infatti, un’opera buffa di Egidio Romualdo Duni dal soggetto molto simile ma a detta dello stesso Dauberval la fonte sarebbe di natura iconografica. Si narra, infatti, che il coreografo abbia trovato ispirazione per il suo soggetto osservando le vetrine di un negozio di stampe di Bordeaux. Li pare abbia visto un’incisione tratta dalla gouache di Pierre Antoine Baudouin dal titolo La Reprimande – Une Jeune Fille Querrellée par sa Mère, nella quale una ragazza in lacrime viene rimproverata della madre anziana in un granaio, mentre sullo sfondo il suo spasimante si arrampica sulla scala per scappare dal solaio.
 
 
La musica nelle numerose versioni
 
Alla fine del Settecento era abitudine molto diffusa che per i balletti fossero usati pastiche di melodie popolari ricavati da danze, canzoni ed opere già note, era poi il direttore d’orchestra o il primo violinista, in molti casi la stessa persona nei due ruoli, ad arrangiare la partitura sulla quale si costruiva la coreografia. Le Ballet de la Paille poggiava su una partitura composta da cinquantacinque melodie francesi adattate ed arrangiate da un musicista tuttora sconosciuto. Forse fu lo stesso Duberval o Franz Beck, maestro di musica in carica al Teatro di Bordeaux in quel periodo, a occuparsi degli arrangiamenti, non vi sono però documenti che possano testimoniarlo mentre documento storico rimane la partitura originale tuttora conservata nella biblioteca della città di Bordeaux.
 
I temi popolari più conosciuti che vi si possono ritrovare sono: Sur le pont d’Avignon (canzone folkloristica), La jeune et gentille Lisette (vaudeville) usata per il duetto amoroso tra Lise e Colin nel II atto, Il n’ est qu’ un pas du mal au bien (aria di chiusura del balletto). Il balletto prese il titolo di La fille mal gardée nell’allestimento che Duberval fece al Pantheon Theatre di Londra nel 1791 e venne subito dopo rappresentato nelle capitali europee. All’Opéra di Parigi giunse solo nel 1803 e vi fu poi ripreso dall’allievo di Duberval, Jean Aumer, con un nuovo arrangiamento musicale costituito in parte da musiche tratte da opere di Rossini il resto invece fu appositamente composto da Hérold (1828). E’ con questa versione musicale che il balletto è rimasto in repertorio fino al 1845, la stessa interpretata dalla grande Funny Elssler ottenendo i suoi più grandi successi parigini. A Pietroburgo il balletto fu rappresentato per la prima volta nel 1818, ripreso in seguito da Didelot al quale Duberval aveva insegnato la parte di Colas nel 1828, ma tornò a riscuotere successi clamorosi quando la Elssler lo interpretò a Pietroburgo (1848) e a Mosca (1850). Paolo Taglioni ne coreografò una versione a Berlino con musiche composte da Peter Ludwig Hertel, versione sulla quale si basarono successivamente Petipa e Ivanov nell’allestimento di Pietroburgo nel 1885, questa versione proclamò la danzatrice italiana Virgina Zucchi la Lise di tutti i tempi. Più tardi in Russia furono messe in scena diverse e nuove produzioni: Mosca dal 1901 al 1918 quella di Gorsky e nel 1930 quella di Messerer e Moiseyev; a Leningrado nel 1937 la versione di Lavrovky e quella del 1971 di Vinogradov andata in scena al Teatro Maly. Negli USA l’allestimento più famoso è senza dubbio quello curato da Nijiska per il B. Theatre (1940) in cui erano presenti elementi della versione che Mordkin aveva coreografato per il Mordkin Ballet (in seguito Ballet Theatre). Alexandra Balashova, ex prima ballerina del Bolscioi, ha ripreso il balletto per il Nouveau Ballet di Monte Carlo entrato poi a far parte del repertorio del Grand Ballet du Marquis de Cuevas, ma la versione più celebre è stata certamente quella di Ashton.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fabiola Pasqualitto