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Scuole di pensiero e pratiche afferenti all’educazione somatica

Medicina della Danza
Quando
15/10/2020
Genere
Medicina della Danza

Le discipline somatiche che sono state generalmente integrate ad oggi nei curricoli di danza, specialmente nei paesi anglosassoni, sono l’Ideocinesi, il Metodo Feldenkrais, la Tecnica Alexander, il Body-Mind Centering. Tutti questi metodi condividono obiettivi comuni nell’ educazione/rieducazione al movimento: affinare la consapevolezza cinestetica in un ambiente di apprendimento non competitivo e libero da qualsiasi forma di giudizio o valutazione; utilizzare la consapevolezza sensoria per modulare il range del movimento e ampliarne il potenziale; introdurre pause di riposo in cui al danzatore viene dato tempo per “ascoltare” il corpo, individuare le sensazioni percepite e selezionare gli stimoli voluti da quelli non voluti, consolidando l’apprendimento motorio.
Vediamo in sintesi quali sono le linee essenziali che contraddistinguono queste diverse tecniche somatiche.

Ideocinesi  (www.ideokinesis.com)

Il concetto fondamentale della disciplina consiste nella visualizzazione mentale delle immagini di un movimento. Propone, quale mezzo ancor più potente sul piano dell’apprendimento, l’utilizzo della cosiddetta “ideo-cinesi”, una serie di immagini mentali prodotte in sequenza, che portano ad una scelta e all’attivazione anticipata dei comandi neurologici propri delle coordinazioni di un movimento. Questo permette all’individuo di alterare le forze meccaniche che potrebbero portare all’infortunio, programmando in anticipo le funzioni neuromuscolari per migliorare l’allineamento corporeo e l’equilibrio meccanico.  

L’eredità culturale del movimento risale agli anni ‘30 del secolo scorso; le prime pioniere furono donne: Mabel Todd statunitense (The Thinking Body, 1937) e le sue proseliti  Barbara Clark (Kinesthetic Legacy, 1993) e Lulu Sweigard (Human Movement Potential, 1973). Parafrasando un passo del volume della Todd: “Mentre non potremo mai eliminare lo stress del movimento, possiamo comunque ridurne lo sforzo”. Il concetto che la mente, attraverso un processo di ideazione, sia capace di alterare forze potenzialmente nocive al movimento per evitare lo sforzo o ancor peggio l’infortunio, era rivoluzionario, e preparò la via per un approccio all’educazione motoria che migliorasse la flessibilità, la coordinazione, l’agilità e l’espressione.

La Sweigard, in seguito, sviluppò “9 linee di movimento” che possono essere visualizzate  durante le pause di riposo, per migliorare l’equilibrio meccanico nella posizione eretta. Per decenni l’ideocinesi  ha influenzato i metodi di apprendimento-insegnamento della danza. Un’intera generazione di danzatori seguì i passi delle fondatrici del movimento tra gli anni sessanta e novanta: Irene Dowd, Andre Bernard, John Rolland, Nancy Topf e altri, che integrarono l’ideocinesi nell’allenamento dei danzatori. Quelli ancora oggi viventi continuano ad evolvere il metodo, mentre altri hanno forgiato nuove sintesi (ad es. Donna Krasnow e Eric Franklin).

L’ideocinesi è l’approccio somatico più supportato dalle neuroscienze, che hanno dimostrato scientificamente come la pratica fisica unita a quella mentale possono migliorare notevolmente la performance atletica, rispetto a quanto possa farlo la sola pratica fisica.


Il Metodo Feldenkrais  (www.feldenkrais.com)

Moshé Feldenkrais (nato nel 1904 in Russia e morto nel 1984 in Israele) ingegnere, fisico, esperto in fisica cibernetica, biomeccanica, neurofisiologia, cintura nera di Judo, ha sviluppato uno dei metodi di apprendimento somatico che più mette in rilievo il nesso tra consapevolezza e movimento. Propone un percorso di scoperta e di interiorizzazione dei numerosi modi per eseguire un gesto, per ampliare la gamma di coordinazioni disponibili al fine di un miglior adattamento ai bisogni propri della situazione.

Sviluppatosi intorno agli anni cinquanta, in Italia il metodo comincia a diffondersi a partire dagli anni ottanta ad opera di pochi insegnanti formatisi all'estero. Questi stessi insegnanti fondano nel 1987 l'AIIMF, Associazione Italiana Insegnanti Metodo Feldenkrais, un’ organizzazione senza scopo di lucro. Nel 1988 vengono avviati, a Milano e a Roma, due corsi di formazione per insegnanti, conclusi nel 1992, che diplomano decine di insegnanti. A loro si deve un ulteriore impulso alla diffusione del metodo in Italia. Attualmente sono sette le scuole di formazione quadriennale in Italia, con ordinamento didattico uniforme e accreditate dall'organismo internazionale di riferimento (European Training and Accreditation Board).

Le lezioni possono essere di gruppo o individuali. Il Metodo Feldenkrais può essere insegnato solo da professionisti diplomati dopo un lungo e rigoroso percorso formativo. Nelle lezioni di gruppo (dette CAM: Consapevolezza Attraverso il Movimento) l'insegnante guida gli allievi dando loro una serie di indicazioni che serviranno all'allievo per dare vita ad una serie di movimenti. Questi movimenti sono utili per l'allievo perché gli consentiranno di muoversi meglio nella vita di tutti i giorni sia a livello di movimento vero e proprio che di capacità di relazionarsi con gli altri e l'ambiente in cui vive. Nelle lezioni individuali (che si chiamano IF: Integrazione Funzionale) di solito l'allievo viene fatto stendere su un lettino (ma la lezione può avvenire anche da seduto e/o in piedi). L'insegnante utilizza una tecnica manuale non invasiva per rendere l'allievo consapevole della propria organizzazione funzionale e suggerire nuovi modi per renderla più efficiente. Il contatto manuale è rispettoso e delicato, mai orientato a forzare bensì a creare un ambiente favorevole all'apprendimento. In questo caso l'allievo è normalmente disteso su un apposito lettino basso.


La Tecnica Alexander (AT) (www.alexandertechnique.com)

La Tecnica Alexander è un processo di rieducazione che aiuta a diventare più consapevoli dell’equilibrio, della postura e del movimento nelle attività quotidiane. Aiuta a rilasciare le tensioni muscolari superflue che, inconsciamente, sono divenute parte del modo abituale di muoversi. Rende più sensibili ed accurate le proprie percezioni e consente di coordinare e distribuire meglio le tensioni muscolari necessarie.

Fu sviluppata a partire dai principi di Mathias Alexander (1869-1955), un attore di teatro shakespiriano, che sviluppò un metodo di rieducazione psichica e fisica, che applicò innanzitutto a sè  stesso per superare le sue difficoltà dovute a laringite cronica.

Il metodo AT è una guida su come osservare e renderci consapevoli dei nostri movimenti nella vita quotidiana e anche nel movimento professionale performativo. Non ci sono esercizi fisici o terapeutici. L’AT sviluppa il controllo posturale e l’equilibrio del corpo, un processo neurologico complesso con cui possiamo interferire. Studiando l’AT i danzatori imparano a muoversi con maggiore fluidità, senza sforzo, indipendentemente dallo stile. Ad esempio, la postura classica si ottiene contraendo muscoli toracici, pelvici e glutei con sforzo fisico. Alexander scoprì come riorganizzare il supporto posturale dei muscoli del torso (in quella che chiamava relazione “head-neck-back”), ottenendo l’attivazione bilanciata dei muscoli superficiali del tronco (quelli che permettono un ampio range di movimento) e dei muscoli profondi (quelli maggiormente responsabili del supporto posturale).

Il Body-Mind Centering ®  (www.bodymindcentering.com)

Il Body-Mind Centering (BMC) è un approccio integrato all’analisi e alla rieducazione del movimento somatico: attraverso l’embodiment porta ad accrescere la consapevolezza e l’efficienza con cui ci si muove nel mondo. Attraverso quattro pratiche di allenamento somatico, il BMC porta alla consapevolezza non solo del movimento corporeo, ma anche della voce, del respiro, delle percezioni quali il tatto, e alla loro eventuale rieducazione.
Il BMC si sviluppa dalla ricerca di Bonnie Bainbridge Cohen sul continuum corpo-mente, da lei avviata nei primi anni ’70 e condivisa nel tempo con un gran numero di collaboratori, studenti e pazienti, che contribuiscono alla crescita e alla diffusione di questo approccio.

Lo studio del BMC si basa su fondamenti di anatomia, fisiologia, psicologia e sugli schemi di sviluppo senso-motorio in età evolutiva. Fa uso di una varietà di principi teorico-funzionali e di pratiche nell’esplorazione di tutti i sistemi corporei, del respiro e della vocalizzazione, dei sensi e della percezione, dell’arte del tocco delle mani e del movimento. Ha una vasta gamma di applicazioni: educazione e pratica del movimento, danza, yoga, bodywork, riabilitazione, psicoterapia, sviluppo infantile, educazione, musica, voce, arte, meditazione, arti marziali, atletica e altre discipline che coinvolgono l’insieme mente-corpo.

Senza la pretesa di essere stata esaustiva, in questo articolo ho presentato solo le principali correnti che rientrano nel vasto “contenitore” delle discipline somatiche, maggiormente praticate nell’educazione coreutica e che hanno diffusione anche nel nostro paese attraverso centri specialistici. Ovviamente senza voler togliere nulla alla validità di tante altre pratiche e discipline corporee che per sole ragioni di spazio non ho potuto nemmeno menzionare.

 

Annalisa Argelli