Login   |   Registrati
Indietro

Ora siamo tutti uniti! LO SIAMO ? Il pensiero di Mauro Astolfi da LA MAIL N.12

La Mail
Quando
04/05/2020
Genere
La Mail
 

 da  LA MAIL N.12

 " Ora siamo tutti uniti! LO SIAMO ? "

 Il pensiero di Mauro Astolfi


 "La Mail" è il nome della nuova e breve rubrica pensata da Monica Ratti Massimo Zannola dove 50 coreografi verranno raggiunti da una email in cui si chiede di esprimere un pensiero, una riflessione dettata dai sentimenti (rabbia, dolore, gioia, felicità, paura e....)

Ogni coreografo dovrà esprimere un pensiero sentito, quanto più spontaneo possibile.
Saranno protagonisti coreografi italiani a rappresentanza di diverse generazioni, generi (teatrale, televisivo) e i coreografi italiani all’estero.
  
 
  
La dodicesima  email è stata inviata da Monica Ratti a Mauro Astolfi


Come aggiungere un pensiero o una parola a quanto espresso ormai da tutti i mezzi di comunicazione esistenti sul pianeta? Per la legge secondo la quale l’eccesso di qualcosa la  rende a seguire invisibile e ,in alcuni casi quasi, inconsistente l’effetto che si spera di produrre…beh non ho pensieri geniali da mettere in campo, ma qualche riflessione la condivido volentieri.
Di sicuro se questa situazione non rientra presto ,a parte il rischio di fallimento di buona parte dei sistemi economici mondiali, non rimarrà molto da fare neanche per  influencer,youtuber,opinionisti,blogger,critici,filosofi,scienziati e politici,perchè nessuno avrà più voglia di ascoltare nessuno e tantomeno ricevere una pacca virtuale sulla spalla e una voce ( registrata) che ci dirà che tutto andrà bene e che noi Italiani siamo un popolo forgiato dalla resistenza.
Io però una cosa l’avrei da esprimere, probabilmente un po  controtendenza, ma assolutamente non provocatoria e non reattiva, ma posso condividere al momento solo questo di pensiero tra tutti quelli già pensati appunto e già espressi.
Sono in contatto con tantissime scuole,colleghi,direttori,maestri e ovviamente allievi, e  ovunque  fioriscono iniziative tese  a stimolare, risvegliare e far capire l’attuale tragedia dove si trovano tutte le scuole di danza alla classe dirigente del paese, e ho appoggiato con entusiasmo e sottoscritto diverse iniziative..  comunque tutto l’impegno profuso in questo periodo è veramente impressionante nel senso positivo del termine
 E fino qui ci siamo,sembra che finalmente il variegato e complesso sistema danza  per la prima volta converga su un obiettivo comune.
Ora siamo tutti uniti!
LO SIAMO ?
Perchè non riesco ancora ad entusiasmarmi fino in fondo di questo nuovo ,meraviglioso Rinascimento umanistico?
Siamo veramente l’epicentro di un  potente risveglio di una coscienza collettiva che ci ha reso finalmente veri uomini e vere donne?
Veramente è tutto merito del corona virus?
Cari amici temo più del virus, di qualsiasi virus esistente la solidarietà che nasce dalla paura.
In tempo di guerra, durante qualsiasi tragedia umanitaria  in ogni epoca dove la razza umana si sia unita per  disperazione e  paura, il fenomeno è durato sempre tanto quanto bastasse a ripristinare il ritorno alla normalità.Non che questi momenti non contribuiscano a scuotere profondamente e a favorire un upgrade coscienziale  di alcuni..ma appunto, di alcuni.
Non sono disfattista, ne pessimista, ma mi reputo appena realista, diciamo un aspirante realista.
Sono convinto, sono emozionato, sono interiormente coinvolto ogni qual volta un unione, una reale solidarietà ,una spinta verso un nostro simile avvenga in tempo di pace, o meglio quando ci si sente cullati dal trascorrere relativamente sereno della nostra quotidianità.
Ma tutto quello che viene fuori alla grande nei momenti di panico, non posso farci nulla, ma non mi convince.
Improvvisamente appianate in un istante le diatribe, le lotte intestine e quelle sotto la luce del sole che avvengono ogni giorno nel sistema danza Italia,dagli Enti Lirici  alla scuola di provincia che deve sopravvivere e competere con le altre nella sua zona , un never ending “tutti contro tutti” sempre condito e confezionato ad arte da ipocrisia più contagiosa del covid 19..tutto meravigliosamente disperso grazie al virus, nessuna traccia di astio, la cancellazione istantanea di cosa sia veramente il tessuto danza dove viviamo e lavoriamo, questo articolato patch work a volte maldestro e informe dove al grido di “c’è posto per tutti” sono accorsi veramente tutti.
Magari sono anche io maldestro e informe e non me sono ancora accorto e forse il virus mi aiuterà a conoscermi meglio..
Il mio è un inno (utopico) all’onestà,all’intraprendenza onesta,all’esser furbi in modo onesto, essere , se serve competitivo..ma in modo onesto.
Ho imparato da grandi uomini, uno di questi mio padre, e grandi maestri che per curare un organo, bisogna riequilibrare tutto l’organismo, che non si può sistemare quello che non funziona in alto se non si torna in basso a vedere dove è cominciato tutto.
Ma veramente ci stupiamo che il governo non abbia preso in considerazione la danza,con tutta la sua industria e con il suo oceano di contraddizioni? Perchè secondo voi siamo correttamente percepiti? Questa unità che  amici e illustri colleghi invocano non andava costruita prima? magari un idea  che limitasse  gli accessi (non come distanza sociale),ma un sistema di rispetto universale dove non si permettesse a qualsiasi episodio, qualsiasi espediente non chiaro, trasparente e onesto di rimanere in vita, anzi magari sostenuto e appoggiato per l’interesse spicciolo di portare a casa la giornata con qualcosa di low cost, con un prodotto che magari dichiarava arte e creativita? 
Un argomento a me caro è il reale senso di appartenenza ad una propria opera.
Non esiste, almeno per quanto ne so io un autore cinematografico o teatrale che faccia propria in modo quasi radicale l’idea di un altro autore..qualcuno hai mai visto una scena di un film innestata tale e quale in un altro film ? qualcuno ha mai letto un romanzo dove la storia e la stessa di un altro romanzo ma  con un titolo diverso? almeno gli scrittori quando riportano stralci di altri autori ne dichiarano fonte a punto citazione.
Beh tutto questo invece nella danza italiana esiste.Spesso sembra neanche sia molto importante  la felicità di una volontà soddisfatta di aver creato creato qualcosa di sinceramente proprio,sembra  che basta accontentarsi di essere comunque riconosciuti come degni di avere un posto nel firmamento della danza 
Tutto questo esiste ed è sempre sotto gli occhi di tutti, i miei e anche di chi ora invoca la risoluzione unica, un nuovo unico corpo che combatta unito per dire “esisto anche io” e tutti gli altri slogan ora in voga.Ma veramente vogliamo rimettere insieme il cibo fresco appena cucinato, con qualcosa ormai scaduto recuperato in un angolo del frigorifero dietro le carote decomposte?.
Siamo in un  paese dove la formazione rappresenta ,veramente senza retorica, il prezioso e insostibuile lavoro delle scuole che preparano i ragazzi per le nostre accademie e le nostre compagnie, maestri con competenza assoluta, con una dedizione ,un coraggio esemplare ai quali spesso dico scherzosamente che se non ci fossero loro a fare il "lavoro sporco” noi non faremmo la bella figura che facciamo quando poi li mostriamo e li introduciamo nel mondo del lavoro…ma siamo anche nel paese dove il processo di educazione del danzatore a volte si arresta alla sua preparazione tecnica/ballettistica,dove non sapendo e non conoscendo si appiccicano sul ragazzo informazioni raccattate dal web, da qualche filmato o spremendo qualche neurone preposto alla conservazione della memoria  di qualche stage fatto 20 anni prima.
Lavoro in questo mondo da circa 35 anni e lavoro molto all’estero.La differenza c’è ed è netta,  ma  non nei  termini di chi sostiene come “mantra” che l’estero è meglio a prescindere, sempre e comunque, ma è migliore la relazione tra il sistema di chi la danza la produce, l’organizza e la distribuisce e il sistema  chi forma i giovani.
Se ci si occupasse di quello che si conosce, anzi se  amassimo  quello che facciamo veramente e non tanto per usare a vuoto le parole ,allora conosceremmo quello che facciamo e lo potremmo trasmettere ed offrire ai nostri studenti in un pacchetto full optional e non informarlo esclusivamente su coreografie ed esercizi, magari neanche farina del nostro sacco, per metterlo poi nelle condizioni ,quando forse sarà troppo tardi  doversi andare a cercare da grande i pezzi mancanti.Già risparmiare alla mente e alla struttura emotiva dei giovani le proprie allucinazioni da onnipotenza e frustrazioni varie travestite da didattica..non sarebbe male.
L’unità per come la vedo io può essere possibile dopo che noi abbiamo unito le nostre contraddizioni, le nostre ,a volte infantili, paure di non essere qualcuno, di non essere riconosciuto come un top teacher o top choreographer   e di non essere amato alla follia dai nostri allievi.
Potrei fare un milione di esempi diversi, circa duecentomila per categoria, ma mi fermo qui.
Che dopo questo periodo si abbia il coraggio di riconoscere la propria intenzione reale senza pensare che in nome della danza è tutto buono e tutto fa bene..perche non è cosi!
Se da ora in poi ci ameremo tutti offriamoci il nostro cibo migliore, non vendiamo un progetto o un idea se non abbiamo un progetto o un idea.
Io quando ho paura di qualcosa non amo di più, non amo tutti, non divento solidale con tutti.
Se lo ero da prima solidale, se riconoscevo in quel progetto, in quell’impresa ,in quella persona qualcosa e qualcuno da amare e da sostenere,lo continuo ad amare e a sostenete sia se sono disperato ed ho paura, sia se sono felice e rilassato.
Quindi vi aspetto tutti alla fase 3.

Mauro

Grazie a Mauro Astolfi per il suo pensiero e per chi non conoscesse ancora la sua brillante carriera può leggere le righe che seguono.

Direttore artistico Spellbound Contemporary Ballet, direttore progetto Internazionale Daf
coreografo internazionale free lance. Oltre al suo lavoro e alle coreografie per Spellbound Contemporary Ballet, Astolfi ha lavorato a coreografie originali per compagnie quali : l’Aerial Company, Kitonb Theatre Company (Italia),  Amsterdam Theaterschool (Paesi Bassi), BalletX (USA), River North Dance Chicago (USA), Proartedanza (Canada), Arts Umbrella (Canada), Szegedi Kotrars Ballet (Ungheria), Balletto di Roma (Italia), Leipziger Ballet(Germania), Gärtnerplatztheater Ballet (Germania), Israel Ballet (Israele), Magdeburg Theater Ballet (Germania), Compania Nacional de Ballet (Colombia), Backhauddance (USA)Ballet Theater Trier(Germania).Nel prossimo autunno è stata commissionata due nuove  creazioni per il Teatro lo Stadttheater Giesse in Germania e nel Gennaio 2021 per Ballet des Staatsheaters Augsburg.




Massimo Zannola