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L’antiteorico e innovatore Paul Taylor

Accadde oggi
Quando
29/07/2018
Genere
Accadde oggi
Il 29 luglio del 1930 nasceva ad Alleghany County (Pennsylvania) Paul Taylor, coreografo americano tra i più importanti degli anni settanta che maggiormente hanno influenzato il teatro internazionale.
Catalogato in quel gruppo di coreografi americani difficilmente inseribili in un filone di tendenza, come Tetley e Lubovitch ad esempio, Paul Taylor è un artista indipendente per definizione. Partito da una formazione principalmente modern, lavora in una direzione decisamente innovativa che, seppur influenzata dai suoi maestri, sfocia in una radicale visone soggettiva della danza.
Taylor rifiuta ogni codice e tecnica che riporti alla modern dance, negando anche la post modern dance, il suo lavoro è una continua sperimentazione che lo porta ad una costante relazione con le arti visive contemporanee, ricerca che porta ad un movimento di tipo plastico-dinamico.
Non a caso Paul Taylor aveva studiato pittura e arti plastiche all’università. È alla Juiliard School di New York che comincia a studiare danza, poi alla scuola di Martha Graham e al Metropolitan Opera dove studia con Anthony Tudor.
La sua carriera di danzatore professionista inizia nel 1953, danza nella compagnia di Pearl Lang e con il gruppo di Merce Cunningham che lascia però nel ‘54 per fondare la sua compagnia, la Paul Taylor Dance Company, continuando a danzare nella compagnia dei Martha Graham fino al ‘61. Nel 1959 interpreta una variazione appositamente composta per lui da Balanchine.
In quegli anni i pittori Jasper Johns e Robert Rauschenberg diventano suoi più grandi amici influenzando non poco la sua estetica. In particolare Rauschenberg, più volte suo scenografo e costumista, che nel 1960 crea per Three Epitaphs tute aderenti e nere coprenti oltre il corpo anche la faccia e le mani, la cui particolarità risiedeva in frammenti di specchio sovrapposti, ideati per creare effetti abbaglianti sul pubblico. Ma fu il pittore Alex Katz a lavorare più volte con lui creando costumi multicolori simili a pitture astratte. Non furono solo le arti plastiche a influenzare la sua estetica coreografica. In ambito musicale Taylor si avvalse, infatti, della collaborazione di musicisti d’avanguardia operando scelte musicali dissacranti, come l’inserimento di effetti sonori su brani presi dal repertorio classico o deformando addirittura il suono, o accelerando o rallentando i brani musicali. Memorabile è Duet del 1964, in cui per la durata di tre minuti Taylor resta in piedi sulla scena accanto a un danzatore seduto, entrambi immobili senza musica, in cui il solo segno di azione sulla scena è il ronzio di un ventilatore. PaulTaylor può essere definito un grande uomo di spettacolo, dal gusto innato per la provocazione, da sottolineare anche la sua abilità di manipolazione del movimento che lo porta a generare una danza fatta di profondi piegamenti delle gambe, dinamismi delle braccia, salti fluttuanti e gesti che rimandano continuamente ad un flusso di energia circolare. E’ come se i suoi danzatori fossero attraversati un flusso continuo di energia.
Nel 1963 Taylor è in Italia per partecipare al festival di Spoleto con The Red Room, nello stesso anno riceve la medaglia oro come migliore coreografo al 2° festival internazionale di Parigi. Tra i danzatori della sua compagnia Daniel Ezralov.