Login   |   Registrati
Indietro

Il piede alato nella danza

Medicina della Danza
Quando
08/07/2019
Genere
Medicina della Danza
 Al New York City Ballet non dicono “punta il piede” (“point your foot”, ossia tendi le punte dei piedi),  dicono  piuttosto “punta la caviglia” (“point your ankle”). Questo per significare che il movimento di “puntare”, nel senso di estendere il piede con le dita tese, parte essenzialmente dalla muscolatura della caviglia. Ce ne rendiamo conto bene quando eseguiamo un relevé sulla mezza punta: è la caviglia che balza in avanti, e quando dalla mezza punta passiamo in punta, è necessario quel piccolo ulteriore sollevamento della caviglia, quanto basta per far sì che le dita si estendano in verticale in posizione perpendicolare al pavimento. Ne deduciamo che è la caviglia la “struttura portante”, non le dita.
Vediamo cosa si intende nella tecnica classica per “puntare” i piedi correttamente, facendo riferimento alle immagini a, b, c (tendu en avant) e all’allineamento delle dita con un asse immaginario che parte dal centro della caviglia. Diversamente da quanto avviene per le dita della mano, le dita dei piedi non possiedono una nomenclatura comune documentata. Fa eccezione il solo alluce, omologo del pollice e più voluminoso tra le dita del piede, per il cui nome esiste un uso diffuso e documentato sia nella letteratura che nella lingua parlata, e che trova origine nel latino hallux. In ambito scientifico, e più prettamente anatomico, laddove si ha la necessità di una nomenclatura, si è soliti  numerare le dita del piede assegnando loro un nome legato alla posizione. Si ha così che, in senso medio-laterale, ossia dal dito più vicino all’asse del corpo verso quello situato più lateralmente, le dita del piede sono dette primo dito, secondo dito, terzo dito, quarto dito e quinto dito. In ambito medico è inoltre diffusa, sulla scia dell’uso anglosassone, la consuetudine di chiamare il terzo dito “dito medio” del piede, e il quinto dito “dito piccolo” del piede. 
Immagine a:  Piede “a falce” (in inglese “sickled foot”). Il dito medio è disallineato rispetto al centro della caviglia. Il piede, tendendosi, si piega verso l’esterno. E’ una posizione scorretta dovuta a debolezza muscolare o a tendini corti, assolutamente da correggere negli allievi.
Immagine b: Piede puntato correttamente. Il dito medio è allineato con il centro della caviglia.
Immagine c: Piede alato (inglese “winged foot”). L’alluce è allineato con il centro della caviglia. Il piede assume una bella linea, ma estremamente fragile e instabile, per cui questa postura deve essere insegnata solo agli allievi avanzati, in posizioni dove la gamba è sollevata, o comunque libera dal peso del corpo.
La funzione delle dita del piede quando stiamo in piedi in prima posizione, o quando eseguiamo un plié, è essenzialmente quella di contribuire a mantenere l’equilibrio, non di sollevare l’arco plantare o di fungere da collante sul pavimento per mantenere i piedi in una posizione di eccessivo en dehors.
L’esecuzione occasionale di un tendu a piede scalzo, o con un leggero calzino, ci permette di sentire come l’articolazione del piede deve muoversi per assumere la posizione “puntata” corretta. Passare in tendu dalla prima o seconda posizione strisciando le dita sul pavimento come fossero un pennello è un buon esercizio per preparare la posizione “puntata” del piede.
Di seguito descriverò alcuni semplici esercizi, raccolti dall’esperienza di vari maestri, che, se eseguiti quotidianamente, anche a casa, non necessariamente in aula, possono aiutare a migliorare l’aspetto del piede “puntato”.
 
Preparazione dell’arco plantare
Per distendere e scaldare i muscoli plantari, soprattutto se soggetti a crampi, è utile mettersi seduti con le gambe perpendicolari al pavimento e far rotolare sotto l’arco plantare una palla da tennis.
 
Preparazione del collo del piede
Mettersi in ginocchio con le punte dei piedi tese. Infilare un cuscino non troppo alto sotto le ginocchia e un altro cuscino o palla morbida di gomma tra i talloni e i glutei. Appoggiare il peso del corpo sul cuscino dietro per cicli di 30 secondi, tendendo e rilassando le dita del piede, e risollevarsi in posizione perpendicolare sulle ginocchia. L’esercizio può essere eseguito anche con le ginocchia a terra e le punte dei piedi appoggiate su un cuscino basso.
 
Riscaldamento dei muscoli della caviglia
Stendersi a terra in posizione supina, piegare un ginocchio in avanti ad angolo retto e porre l’altra gamba incrociata sopra formando un angolo di 90 gradi. Avvolgere una banda elastica intorno al piede sollevato. Alare e falciare il piede mantenendo i capi dell’elastico tesi con le mani, facendo resistenza al piede con l’elastico. Ripetere sempre l’esercizio per la stessa durata di tempo con entrambi i piedi.  Ancora supini, avvolta la banda elastica ad un piede, sollevare la gamba tesa e, mantenendo tesi i capi della banda con le mani, flettere e stendere la caviglia cercando di assumere anche la posizione en dehors facendo resistenza con l’elastico.
 
Con le scarpette da punta
In terza posizione davanti alla sbarra, mettere la punta del piede anteriore dietro al tallone del piede posteriore. Fare plié e stendere, mantenendo l’en dehors dalle anche, e senza portare le ginocchia in avanti esercitare pressione sul piede puntato per inarcare e rinforzare il collo del piede.
 
Sempre con le scarpette da punta
Davanti alla sbarra in prima o in seconda posizione molto piccola, avvolgere con un giro la banda elastica attorno ad entrambe le caviglie mantenendone stretti con le mani i capi  in posizione eretta. Eseguire dei relevès passando dalla mezza punta, mantenendo l’en dehors dall’anca e sfruttando la resistenza della banda elastica. Questo esercizio fortifica i metatarsi e facilita la rotazione delle caviglie nella salita in punta. La discesa deve essere lenta, ripassare dalla mezza punta e opporre resistenza all’elastico nel mantenere l’en dehors.
 
Migliorare la linea
Mentre alcuni danzatori riescono a modellare con facilità la linea dei piedi (ad es. in un primo arabesque en l’air ) , “alando” il piede, per altri risulta difficile raggiungere un’estensione massima che porti ad una bella inarcatura del piede. La ragione? E’ puramente genetica. Dipende dalla particolare flessibilità delle articolazioni della caviglia e dalla mobilità delle ossa del tallone. Il calcaneus e il talus in alcune persone hanno una maggiore mobilità, per cui esse riescono naturalmente ad avere un relevé molto alto e una maggiore capacità di inarcare il piede sia “puntato” a terra che “en pointe”. Un maggior “gioco” delle articolazioni delle ossa della caviglia e una maggior flessibilità dei legamenti permettono ad alcuni ballerini di alare con estrema facilità il piede teso. Per chi è meno “naturalmente” dotato non resta che costruirsi una buona flessibilità, con molto tempo e pazienza, attraverso l’esercizio quotidiano. Senza però mai forzare il proprio corpo a compiere movimenti che non riesce a fare, perché ciò  esporrà maggiormente a  rischi di infortunio.
 
Quando alare il piede
Non sempre un piede alato produce una bella linea. Molto spesso gli allievi volendo alare a tutti i costi il piede finiscono per “fletterlo”, ottenendo una linea spezzata gamba-piede, maggiormente inestetica rispetto ad un piede normalmente teso. Il piede “puntato” deve naturalmente allungare la linea della gamba, ma bisogna anche non dimenticare che la linea deve essere bella a 360 gradi. Se si esegue una promenade, il piede, alato o no che sia, dovrà apparire come perfettamente esteso da qualsiasi angolazione. Per concludere quindi, pur essendo una bella linea qualcosa di estremamente individuale in un danzatore (oltre che una dote naturale), ci sono solo alcune posizioni in cui alare il piede può migliorare la linea: ad esempio in posizione en avant  o en arrière, sia in posizione a terra o en l’air. Ma à la seconde, o nei sollevamenti laterali, un piede alato apparirà allo spettatore frontale come non perfettamente teso, e disallineato rispetto alla gamba.
Annalisa Argelli