Login   |   Registrati
Indietro

Compagnia Enzo Cosimi a Roma

News
Luogo
Teatro India e Teatro Vascello
Roma (RM)
Quando
08/05/2019
Genere
News

Debutta in prima assoluta l’8 e il 9 maggio al Teatro India Glitter in my tears – Agamennone, la nuova produzione di Enzo Cosimi, primo capitolo del progetto Orestea – Trilogia sulla vendetta. Lo spettacolo, presentato all’interno della rassegna Grandi Pianure (a cura di Michele Di Stefano, per il Teatro di Roma), inaugura una serie di appuntamenti dedicati al regista e coreografo, tra i nomi più autorevoli della danza contemporanea italiana. Cosimi sarà ancora in scena, dall’11 al 18 maggio al Teatro Vascello, con Corpus Homini, La bellezza ti stupirà e I love my sister (i tre capitoli della trilogia Ode alla bellezza – 3 creazioni sulla diversità) e infine unico coreografo italiano protagonista della trasmissione Why do we dance? prodotta da Sky Art International e dedicata alla danza internazionale (in onda a partire dal 29 Aprile).

In scena, in prima assoluta, l’8 e il 9 maggio al Teatro India, Glitter in my Tears - Agamennone è il primo capitolo di Orestea – Trilogia delle vendetta, progetto che impegna Enzo Cosimi dal 2018. «Già negli anni Novanta avevo analizzato l’immagine dell’eroe – spiega il coreografo – ma se allora avevo privilegiato una dimensione muscolare, oggi questa figura mi appare invece smembrata, rotta, in rovina. Con Glitter in my tears cerco di cogliere queste rovine per rappresentarle». Lungi dal costruire una narrazione didascalica della tragedia eschilea, Cosimi porta in scena tre giovani perfomer (Alice Raffaelli, Giulio Santolini e Matteo De Blasio) costruendo attraverso i loro corpi visioni intime ed esistenziali che evocano le figure di Agamennone, di Clitennestra e di Egisto trascinandole in un immaginario sadomasochistico. «Mi sono concentrato su queste tre figure cercando di costruire un intreccio di sottomissioni e padronanze – spiega ancora il coreografo – e questo intreccio emerge anche dal testo, molto importante in questo lavoro». A comporre la drammaturgia testuale è infatti una potente miscela di parole tratte da Eschilo, riflessioni estratte da saggi e studi queer sul sadomasochismo, e frammenti d’intimità degli stessi performer. Realtà e finzione si confondono in scena mentre le lacrime, quelle della tragedia o quelle versate per la morte di Agamennone, si accendono di una nuova luce argentata e luccicante come il glitter. Uno stridio che, come in tutta la produzione di Cosimi, è in grado di raccontare e di dare nuova luce al presente.

Realtà e finzione dialogano anche nella trilogia Ode alla bellezza – 3 creazioni sulla diversità in scena al Teatro Vascello dall’11 al 18 maggio. Il coreografo ha voluto infatti dedicare una riflessione alle figure  marginali dalla società contemporanea rendendole protagoniste di tre differenti pièce che attraverso la danza cercando di innescare percorsi di integrazione tra arte e sociale.

Corpus Hominis (in scena l’ 11 e il 12 maggio) affronta il complesso rapporto tra la vita/esistenza di uomini omosessuali in età matura e una società contemporanea caratterizzata da un sistema eterogeneo di simboli culturali e sociali, da valori appannati inseriti in una modernità che sembra incoronare la bellezza patinata e posticcia. Corpi consumati, maturi e non più rispondenti ai canoni di bellezza stereotipati imposti dalla società si stagliano in un panorama che sembra ormai privo di ogni valore, emblema di una nuova era. Ancora corpi abbandonati sono quelli dei protagonisti de La bellezza ti stupirà (in scena il 14 e il 15 maggio), spettacolo che vede come protagonisti un gruppo di homeless coinvolti attraverso associazioni che si occupano di persone senza fissa dimora. Ispirato all’opera di Joseph Beuys, avvalendosi dei preziosi abiti della collezione Giuseppe Fadda, il progetto è costruito come una sfilata visionaria, un tableau vivant di ritratti di persone senza fissa dimora nei loro luoghi di vita, un unico piano sequenza che prende le sembianze di un racconto fiabesco immerso in un’inquietudine sospesa e rarefatta. Si concentra sull’identità transessuale, e in particolare sulla transessualità FtoM, infine I love my sister (in scena il 18 e il 19 maggio). Cosimi porta in scena Egon Botteghi, attivista transessuale, per raccontare le storie di corpi che reinventano modalità inedite per abitare lo spazio fisico, urbano e sociale e che pagano il peso di un’invisibilità inflitta che relega ai margini le loro storie. I love my sister è il racconto di persone in transito dall’identità femminile a quella maschile ma anche tra i paesaggi dell’essere umano.

 


Massimo Zannola