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La Danza: Non solo Star.

> 30 Aprile 2020 conferenza stampa Agis

Critica Spettacoli
Quando
Dal 02/10/2020 al 04/04/2021
Monica Ratti





La Danza: Non solo Star.

30 Aprile 2020 conferenza stampa Agis






Giovedì 30 aprile  l’Agis  ( Associazione Generale Italiana dello Spettacolo )  ha indetto una conferenza stampa con il  Presidente Agis  Nazionale dottor Carlo Fontana, il presidente  di Federvivo Filippo Fonsatti,  il presidente ANFOLS dott Francesco Giambrone e ospiti Roberto Andò regista cinematografico e teatrale, direttore dello Stabile di Napoli, Daniele Gatti direttore d’orchestra e direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma. 
Per impegni di lavoro non ero riuscita a prendervi parte , finalmente  ho guardato su FB  tutta la diretta e sono giunta alle seguenti valutazioni:

Primo punto

Durante l’intervento del presidente di Federvivo   una voce si inserisce e dopo 7 min e 56 sec dichiara:
Mi sono abbastanza rotto le palle.

Ora ,per carità, gestire una conferenza stampa su un social non è semplice ,l’Agis , proprio perché associazione legata allo spettacolo ,avrebbe dovuto   cercare di garantire quantomeno un’immagine più professionale. Una prova generale per verificare i punti di debolezza, come la  gestione dei microfoni, un coordinamento tecnico che consentisse ingressi meglio organizzati sarebbe stata utile.

 
Secondo punto 

Tante riflessioni, concetti per massimi sistemi,  ma la sostanza è che si sta navigando a vista , reali proposte per riattivarsi su qualcosa sono  complicate, dal momento che nessuno vorrà assumersi la responsabilità di avvallare protocolli  definiti sicuri per lo spettacolo.  Se il governo non vuole assumersi questa responsabilità, tantomeno gli artisti possono proporre soluzioni alternative se non direttamente in coordinata e in collaborazione con comitati tecnico scientifici indicati dallo stesso governo.
 

Terzo punto

Le persone chiamate a intervenire, con tutto il rispetto per il loro ruolo, non sono state in grado di rappresentare tutte le varie anime dello spettacolo ,in particolar modo le generazioni più giovani, le piccole realtà.
Tutto queste piaggerie nei confronti dei soliti noti, il citare grandi nomi o festival che da sempre godono di attenzioni e privilegi, ha suscitato l’irritazione dei numerosi artisti, maestranze e piccole, medie compagnie, festival, rassegne ecc.. che  su FB , hanno iniziato a scrivere messaggi di disapprovazione . I commenti di disappunto inviati sono stati intercettati dal presidente Fontana , che ha sentito la necessità  di specificare che nessuno era escluso nei documenti e che tutte le categorie dello spettacolo erano contemplate.
 
Quarto punto 

Assenza totale di un relatore donna (in Agis ne conosco alcune che  in quanto a dialettica  e contenuti avrebbero sicuramente spezzato quel piattume che ci è  stato propinato) e qualcuno di età inferiore ai 40 anni che sicuramente sarebbe stato utile ad illustrare aspetti più inerenti alla scena contemporanea e alle problematiche di un mondo che ha nei giovane la  maggiore precarietà
 

E arriviamo alla DANZA.

Gerarda Ventura, Gabriella Furlan  e altri chiedono a più riprese di non dimenticare la Danza che come al solito nelle prefazioni di rito  viene appena nominata, ma poi più citata.

Dopo numerose richieste, il Presidente Fontana cerca di  calmare gli animi sostenendo che certamente la danza è contemplata nei documenti e protocolli, soprattutto per quanto riguarda le problematiche delle scuole di danza , nominando i soliti noti Roberto Bolle e Alessandra Ferri, per altro presente in piattaforma, che con tutto il rispetto non sono le persone che in questo momento vivono le difficoltà peggiori,  altri i soggetti privi del minimo sindacale per vivere  che avrebbe dovuto casomai citare e queste sue dichiarazioni fanno ben comprendere quanto il Presidente non fosse preparato sulle specificità delle realtà che rappresenta e come le sue parole fossero frutto ( in questo caso ) di un improvvisazione mal realizzata.

Si aveva la sensazione che il dialogo fosse ancora una volta tra potenti, che il comparto fosse stretto attorno ai soli noti.


Ad esempio Fontana e Giambrone hanno sollecitato le realtà della danza a reinventarsi e a realizzare lavori ai tempi del CORONAVIRUS come se questo non fosse  già  stato preso in considerazione  o  già fatto da numerosissime compagnie.

Giambrone  ha osannato il lavoro di Tortelli per ATERBALLETTO,  ( per altro molto bello )quale esempio di fattibilità di un nuovo percorso, ma soprattutto portandolo ad esempio come l’idea e il lavoro verso il quale si dovrebbe guardare, mortificando tutte quelle realtà che  hanno prodotto e lavorato nella stessa direzione di AterBalletto di cui probabilmente il dott Giambrone non ha contezza come ad esempio Egribiancodanza , EleinaD o Equilibrio Dinamico che ha  addirittura chiesto la collaborazione a  300 giovani danzatori e molti altri.
In un così delicato momento di smarrimento, paura, difficoltà, perdita del lavoro, la ripresa di questo comparto, appare ovvio che sarà l’ultima in assoluto ad essere ripristinata. Al momento  ritengo che l’unica vera cosa da chiedere allo Stato, siano risorse e ammortizzatori sociali per un periodo più lungo rispetto ad altre categorie.

Ci pare di comprendere, che la definizione di una riapertura e la conseguente assunzione di responsabilità sia da non potersi considerare a breve tempo. Con ogni probabilità si starà ad osservare come in altri paesi si comporteranno   verso tutte le attività di spettacolo, per non essere l’Italia la prima ad incorrere in nuovi rischi  sanitari.

Per cui l’unica cosa che lo Stato dovrebbe fare è prevedere  come sostenere le attività di spettacolo dal vivo e i loro lavoratori sino, probabilmente, alla fine del 2020.

Per quello che riguarda i super Presidenti  delle associazioni di categoria,li  inviterei ad una comunicazione più efficace, li consiglierei di avere in piattaforma  con loro i presidenti dei singoli comparti ,non è vi è nulla di male nel non essere “tuttologi “   Lo spettacolo è un mondo così variegato e sfaccettato  che ha molte anime al suo interno e spesso l’una ha esigenze differenti dall’altra ma devono poter dialogare tra loro .
L’ AIDAP (Associazione  Italiana Danza Attività Produzione )  ha prodotto un documento al termine della conferenza stampa ,in quanto non poteva assolutamente riconoscersi in quanto espresso dalla Presidenza Agis,  anzi in quanto non espresso dal suo Presidente Nazionale. 
La mortificazione peggiore per  AIDAP , non è  stato ciò che si richiedeva per gli altri, ma ancora una volta essere espressione di una creatività e un comparto lavorativo  tenuto ai margini della sua stessa realtà di rappresentanza.

Le numerose realtà che sono iscritte in AIDAP e che versano la quota associativa sono amareggiate, deluse, anni di lavoro di impegno mortificate dalle elemosine concesse e da un’attenzione che viene data solo se i soliti Roberto Bolle, Alessandra Ferri, Eleonora Abbagnato si esprimono ( e grazie a Eleonora Abbagnato eAlessandra Ferri per questo ) la loro voce è importante nell’accendere i riflettori sull’opinione pubblica casomai , non per ottenere attenzione da parte dell’associazione che istituzionalmente deve occuparsi delle problematiche della danza a prescindere dalle Star.

Di seguito il documento prodotto da AIDAP. 

Monica Ratti 


Abbiamo assistito alla diretta facebook della conferenza stampa di  Agis dello scorso 30 aprile e non ci siamo sentiti rappresentati.

Questo ci impone di rispondere pubblicamente a quanto emerso e denunciare una grave falla nel sistema di rappresentanza dell’Associazione stessa, di cui facciamo parte.

Premettiamo che non ci siamo riconosciuti nelle modalità con cui la conferenza è stata organizzata: primo tra tutti l’utilizzo del medium, gestito con scarsa dimestichezza. Non ci è sembrato che il documento prodotto da Agis, oggetto della conferenza, sia stato raccontato in quell’occasione in modo efficace; più in generale non ci sentiamo vicini ai registri linguistici e comunicativi adottati dai relatori, avendoli ritenuti inadeguati alla lettura e al rilancio del tempo che stiamo vivendo:  è emblematico in questo senso che una Associazione che rappresenta lo spettacolo dal vivo tutto non abbia tra i suoi  rappresentanti un giovane o una donna, assenza osservata  peraltro dai tantissimi commenti  ricevuti durante la diretta in chat, dalla cui protesta emergeva netta la conferma dello scollamento complessivo di sguardo e pensiero rispetto alla scena contemporanea tutta, ignorata nella rappresentanza laddove le presenze esterne alle Presidenze in carica di Agis, Anfols e Federvivo ancora una volta insistevano sull’universo artistico già presente.

Le parole che il Presidente Fontana ha riservato al nostro settore hanno purtroppo denunciato la scarsa conoscenza dell’ambiente in cui ci muoviamo e che in Agis rappresentiamo. Nello spazio creato da questa frattura decidiamo di ribadire la nostra esistenza e le sue caratteristiche specifiche, esigendo di essere riconosciuti, descritti e difesi in modo diverso, necessità che sentiamo urgente per rispetto in primis alle migliaia di performer e maestranze che a diverso titolo attraversano le nostre organizzazioni.

Le strutture  di produzione della danza in Aidap si distinguono dai corpi di ballo delle Fondazioni e dalle compagnie dei Teatri Stabili per modalità creative e produttive  ibride, per processi creativi che si stratificano su più livelli (corporeo, intellettuale, relazionale, interdisciplinare) e per luoghi di intervento che sono anche molto distanti da quelli al centro della narrazione mediatica.

Certo, condividiamo con tutto il comparto la necessità di organizzare il prima possibile il ritorno in sala dei danzatori. Ma ci teniamo a specificare che l’ “allenamento”, in particolare per la danza contemporanea, non è rappresentato solo dalla “lezione giornaliera” menzionata da Fontana. Un danzatore contemporaneo nel suo lavoro deve disporre di una serie molto variegata di abilità, e per tenerle in allenamento occorre metterlo in relazione con altri corpi e creare spazi di lavoro complessi, non riducibili a forme di distanziamento alcune.

I nostri processi creativi sono da anni in quotidiano dialogo con una complessa rete di altri soggetti culturali, disseminati in tutta Italia e non solo. Cerchiamo di dialogare con tutti i corpi, con tutti gli spettatori, con le idee provenienti dai contesti e dalle voci più diverse.

Lavoriamo da sempre in strettissimo contatto con strutture europee e finanche mondiali; gli spettacoli e i progetti che produciamo sono rappresentati sui palcoscenici più prestigiosi del nostro continente ma spesso anche in Paesi che orbitano alle periferie del mercato culturale. In tutte queste sedi la nostra danza è riconosciuta, dagli operatori culturali e dalla critica locali, come una delle più vive in Europa. Facciamo notare che questo ci ha messo nella posizione privilegiata di conoscere fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus le buone pratiche messe in atto da altre realtà europee, ulteriore elemento rispetto al quale in Agis non siamo stati ascoltati.

È inoltre importante specificare che in Agis è iscritta solo una parte delle realtà che compongono l’enorme ecosistema della scena contemporanea, sovvenzionata e non; esistono molte altre strutture, oltre a quelle che sottoscrivono questa lettera, che rendono il settore dello spettacolo dal vivo estremamente più vivo e diversificato del quadro che ne è stato dipinto nella conferenza stampa in questione. Non rappresentiamo affatto una dimensione liminale del sistema ed i dati ci dicono che anzi ne costituiamo tutti assieme la parte più consistente. Per intercettarla occorre naturalmente guardare al di là dei Teatri Stabili e delle Fondazioni Lirico Sinfoniche e includere nel proprio orizzonte i Festival, i piccoli teatri, i progetti trasversali che fanno vivere la danza e la rendono accessibile ad altri pubblici e in altri luoghi, altrettanto numerosi e preziosi. A questo proposito, in particolare modo in questo momento d’emergenza, noi per primi desideriamo trovare il modo di relazionarci con tutte quelle realtà esterne ad Agis con le quali condividiamo progettualità, valori e modalità di lavoro, perché riteniamo di avere simili bisogni e di voler difendere e rappresentare simili istanze.

Esigiamo che la Presidenza di Agis prenda atto della specificità della nostra realtà e dello specifico e attuale ecosistema che compone la scena contemporanea tutta e ribadiamo la natura in ascolto di Aidap, che è da sempre disponibile a un dialogo diretto, per raccontare in profondità il nostro settore, ma anche per elaborare idee attorno alle quali quotidianamente ci confrontiamo con gli attori del nostro sistema per dare forma concreta al futuro del nostro lavoro.

 

AIDAP – Associazione Italiana Danza Attività di Produzione

 

 





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